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di TIBERIA DE MATTEIS La macchina della commedia che mette a nudo pregi e difetti delle relazioni affettive è una risorsa teatrale di sicuro successo e non smette mai di aver presa sugli spettatori.

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Inquest'ottica di passatempo spensierato non disgiunto da un'indagine congruente sui sentimenti si sviluppano due spettacoli attualmente in scena come «L'anatra all'arancia» di W.D. Home e M.G. Sauvajon, che impegna Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio, fino al 10 aprile alla Sala Umberto, con traduzione e adattamento dell'originale firmati da Nino Marino, Ennio Coltorti, Antonia Piccolo, e «Suoceri sull'orlo di una crisi di nervi» di Mario Scaletta, con protagonisti Eleonora Giorgi e Gianfranco D'Angelo, fino al 17 aprile al Manzoni. Nel primo caso siamo nel classico trionfo dell'adulterio reciproco fra due coniugi, sposati ormai da quindici anni, in cui si insinuano un rivale bello e giovane, una segretaria sexy e una colf impicciona, con carambola di entrate e uscite da vaudeville durante un fatidico weekend di involontaria condivisione. A completare il cast contribuiscono Mino Manni, Gloria Bellicchi e Gioietta Gentile, con scene di Andrea Bianchi Forlani, costumi di Rita Forzano, musiche di Dino Scuderi e regia di Ennio Coltorti. «Grazie a questa avventura scenica, sono riuscita a concepire il tradimento - ha confessato Debora Caprioglio, qui nei panni della quarantenne Lisa, disponibile a una scappatella - Ammetto che all'inizio sono rimasta impressionata. Ho pensato: allora sono cambiata? Poi ho raccolto la sfida perché questa commedia riflette sull'amore, sulla gelosia e sulla fedeltà». La concentrazione si focalizza sulla specificità della famiglia italiana nel secondo testo che parafrasa un titolo cinematografico di successo per ambientarlo in una condizione destinata proverbialmente a generare problemi e complicazioni a tutte le coppie di innamorati. I protagonisti sono Eleonora Giorgi, reduce dal successo durato tre stagioni con «Fiore di cactus» e Gianfranco D'Angelo, che ormai da anni si dedica a spaccati domestici, come già accaduto con «Indovina chi viene a cena?» e «Un giardino d'aranci fatto in casa», accanto a Ivana Monti. In un tranquillo nucleo familiare improvvisamente esplode, come una bomba, la frase: «Mamma, papà, io mi sposo». Convolare a nozze non è impresa facile, quando i futuri sposi sono figli di due padri che non si vedono di buon occhio e che, per contrastare il matrimonio, ne combinano di tutti i colori, creando situazioni paradossali e divertenti. Per Eleonora Giorgi non si tratta di una situazione sperimentata nella vita: «Il mio figlio più grande ha trent'anni e, pur avendo già avuto alcuni legami importanti, non è mai arrivato al momento di creare una relazione fra consuocere. Se penso, però alla difficile mediazione fra le mie nonne, una inglese e l'altra ungherese, mi vengono in mente tante di quelle follie che dimostrano quanto l'armonia fra gli esseri umani sia ardua e quasi impossibile. Spesso non si riesce ad accogliere davvero neppure i propri figli, figurarsi gli estranei!».

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