Ilaria vuole la verità: "Non credete ai pm"

È convinta che sarà un processo tutto in salita. Che dovrà lottare per tentare di raggiungere la «sua» verità. Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il ragioniere morto il 22 ottobre del 2009, è pronta a combattere contro tutto e tutti pur di arrivare alla verità sulla morte del fratello. Una strada che certamente non sarà semplice se si considera ciò che ha detto ieri in occasione della prima udienza del processo nei confronti di medici, infermieri e agenti penitenziari: «L'impressione è che andiamo avanti a un processo volto a difendere l'operato dei magistrati». Per Ilaria Cucchi, infatti, i pm sono convinti che a determinare la morte del fratello sia stato il comportamento dei medici dell'osperdale Sandro Pertini, che lo avrebbero abbandonato. Un'ipotesi che invece Ilaria Cucchi respinge fin dal primo giorno: «Noi diciamo che non è andata così, il processo parte da una base così lontana dalla verità, a volte mi trovo a sperare che tutto vada a monte per ricominciare dall'inizio, vedo che ancora si vuole negare la verità». Secondo la sorella di Cucchi, presente ieri nell'aula bunker di Rebibbia insieme con i genitori Giovanni Cucchi e Rita Calore e ai due nipotini, tutti parte civile nel processo, responsabilità differenti da quanto accertato dalla procura l'avrebbero gli agenti penitenziari che hanno tenuto il fratello in custodia nella cella del Tribunale prima del processo per direttissima. Ieri, comunque, il presidente della terza Corte d'assise, Elvelina Canale, ha ammesso 150 testimoni, tra i quali chi nel corso delle indagini ha compiuto «depistaggi» sostenendo che Stefano Cucchi è stato picchiato dai carabinieri subito dopo il fermo: per queste affermazioni sono in corso altre indagini per calunnia. Il processo è stato poi rinviato al 28 aprile, occasione in cui saranno ascoltati i carabinieri che arrestarono Cucchi.