Il Governo dice sì alla maxi giunta Capitale
È ancora presto per brindare ma certamente il sindaco Alemanno può tirare un bel sospiro di sollievo. Dopo un lavoro "certosino" fuori dai riflettori, il Consiglio dei ministri ha varato ieri un decreto legge che fissa un «tetto massimo di 60 componenti per i Consigli comunali e di 15 componenti (più il Sindaco) per le Giunte nelle città con più di un milione di abitanti». La norma, che ricordiamo era stata clamorosamente esclusa dal Milleproroghe, è stata inserita nel decreto che sblocca i fondi alla cultura. Adesso, il decreto dovrà essere convertito in legge ma il più sembra fatto. L'Aula Giulio Cesare manterrà così (salvo sorprese dell'ultima ora) i suoi 60 seggi. Un numero al di sotto del quale verrebbe meno (secondo molti) la rappresentatività della metropoli più grande d'Italia. Non solo. I 48 consiglieri avrebbero portato a uno squilibrio tale dal punto di vista politico, che le elezioni del 2013 (data in cui si sarebbe resa esecutiva la nuova norma) si preannunciavano già «all'ultimo sangue». Il tutto «condito» dalla riduzione dei Municipi da 19 a 15. Insomma, una rivoluzione politica e amministrativa alla quale nessuno è davvero pronto. Da qui il gran lavoro del sindaco Alemanno e dei parlamentari Pdl di Roma nel cercare di arginare le mire leghiste al ridimensionamento della Capitale e rimediare, finalmente, al colpo di mano di Calderoli che "declassava" Roma a una qualsiasi città di provincia. Ma se la rappresentatività è dunque salva, la partita vera è quella dell'allargamento della giunta capitolina. Una partita da giocarsi subito e che può essere determinante non tanto adesso, quanto nel medio periodo. Vale a dire per le prossime elezioni comunali che si terranno tra due anni. La possibilità di avere tre assessori in più nella Sala delle Bandiere per Alemanno significa non solo cercare di rimediare alla "quota rosa", nominando almeno un'altra donna, ma anche ricucire con una parte del Pdl e i possibili (vitali) alleati per tentare la vittoria per il secondo mandato. In due parole La Destra di Storace e l'Udc. Probabilmente è solo per questo motivo, squisitamente elettorale e non politico, che il centrosinistra si è scagliato contro il decreto varato ieri dal governo, bollandolo come un «regalo» ad Alemanno. Un regalo che se fossero loro maggioranza avrebbero accettato ben volentieri.