Villa Massimo sotto tutela Più verde, meno cemento
Il progetto si ferma. Villa Massimo, per ora, non si tocca. Dopo la mozione dell'assemblea capitolina che impegnava sindaco e Giunta a sospendere il programma di riqualificazione del parco è arrivato l'altolà ai lavori. A confermarlo è il Servizio giardini del Comune, l'organo che gestisce i Punti verde qualità e i Punti verde infanzia, nelle riunioni degli ultimi due giorni con le commissioni Ambiente e Politiche sanitarie del Comune. La decisione arriva dopo mesi di polemiche sulla riqualificazione del parco, in zona piazza Bologna, approvata a fine 2010. A battersi in prima linea è Maurizio Miceli, un rappresentante del comitato a difesa della pineta di Villa Massimo. Miceli chiede che venga rispettato il contratto originale tra il concessionario Dafi srl e il Comune. La società, prendendo in concessione il parco, avrebbe dovuto garantire alcuni servizi nel giardino (dalla pulizia all'irrigazione delle piante) e in cambio poteva gestire il suo punto di ristoro. Per il comitato i patti sono venuti meno e i nuovi progetti non farebbero che peggiorare la situazione: prevederebbero sempre meno verde e più spazio a giostre e risto-bar. «Noi chiediamo che vengano rispettate le regole - dice Miceli -, lo spazio occupato dal ristorante e dalle giostre è quasi il doppio dei 707 metri quadrati previsti dalla convenzione». Le riunioni con le commissioni mettono in chiaro una cosa: su Villa Massimo va fatta luce. Fino a quel giorno nessun progetto sarà portato avanti. E sulla gestione interviene anche il neo-assessore all'Ambiente, Marco Visconti, che annuncia una rivoluzione: «Ho disposto la verifica dell'intero programma dei Punti verde qualità e dei Punti verde infanzia. Si tratta, infatti, di piani di riqualificazione pensati nel 1995 che, evidentemente, devono essere riattualizzati. Il sindaco Alemanno ha già istituito con un'apposita ordinanza - dice Visconti - una commissione tecnico/amministrativa per l'esecuzione del monitoraggio dei singoli progetti, in modo da favorire l'attuazione di quelli validi e rendere funzionali quelli che presentano maggiori criticità».