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Poliziotto arrestato per tangenti

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Avrebberochiesto tangenti agli immigrati per ottenere parere positivo sull'accertamento di residenza. Se non pagavano 1.500 euro la pratica finiva nel cassetto. Non solo. Secondo le indagini, bisognava sborsare anche per rendere spedita la pratica: 150 euro. Con l'accusa di concorso in tentata concussione il gip Valerio Savio, su richiesta del pm Paolo Ielo, ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare per l'ispettore capo Alessandro Zeschi, 46 anni, del Commissariato Prenestino, e il marocchino operaio ai mercati generali Ayad Bendani, di 47. Ad arrestarli gli agenti della Squadra mobile di Vittorio Rizzi e dell'Ufficio immigrazione diretto da Maurizio Improta. Ad aver raccontato il sistema di presunte tangenti è stato un panetterie algerino, Ali Kobzili, sposato con una italiana. Nell'ottobre 2010 sarebbe stato avvicinato dal marocchino complice del poliziotto e invitato a pagare la tangente. La denuncia di Kobzili e l'intercettazione di alcuni colloqui telefonici tra il poliziotto e l'intermediario extracomunitario hanno spinto il pm a sollecitare la misura. Stando a quanto emerso dalle indagini, Zeschi si sarebbe presentato in compagnia di un altro poliziotto (non indagato in quanto estraneo all'episodio illecito), a casa di Kozbili per accertarne l'effettiva convivenza con la donna italiana ai fini del rilascio del permesso di soggiorno, in un orario in cui l'algerino era, però, fuori per motivi di lavoro. Una procedura insolita, ha rilevato il Gip nella sua ordinanza, cui non ha fatto seguito un'altra doverosa verifica in quell'appartamento che avrebbe dovuto fare l'agente dell'Ufficio Stranieri. I due arresti sarebbero il seguito dell'indagine che nel novembre scorso portò all'arresto di altri due poliziotti del Prenestino - Vincenzo Di Ruzza e Cosimo Di Cataldo - accusati di pretendere regalie dai commercianti extracomunitari di Centocelle con la minaccia di sanzioni amministrative. Fab. Dic.

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