Fiorito nel mirino degli ex Fi È guerra al capogruppo Pdl

Nell'ultima riunione convocata pochi giorni fa dal capogruppo Pdl alla Pisana, Franco Fiorito, si sono presentati tre consiglieri su 15. Un segnale inequivocabile che qualcosa proprio non va. A mettere in discussione la guida di quello che è visto come «uomo di Alemanno» una parte (sempre più cospicua) del partito, nel dettaglio quella che riguarda gli ex di Fi. A caldeggiare poi un passo indietro di Fiorito sarebbe stata anche la presidente Polverini. Due i punti di forza della fronda interna, decisa a cambiare capogruppo. L'atteggiamento di Fiorito al primo Bilancio della giunta Polverini, quando diede l'ordine ai consiglieri Pdl di abbandonare l'aula, (dando vita a un braccio di ferro interno alla maggioranza senza precedenti) e il suo doppio incarico. Fiorito infatti oltre ad essere presidente del gruppo Pdl è anche presidente della commissione regionale al Bilancio, vale a dire quella più importante dell'intero Consiglio. Troppo potere nelle mani di una singola persona con la quale, si dice nei corridoi della Pisana, sarebbe anche difficile andare d'amore e d'accordo. Ecco allora che tra gli ex azzurri si sarebbe messo in moto un meccanismo volto a indebolire prima e «scansare» poi l'"onnipotente" Fiorito. Una manovra che, come spesso accade, scatena a sua volta un'altra piccola battaglia tra gli ex azzurri che reclamano qualcosa in più. Così se Fabrizio Cicchitto si sarebbe già speso per Pier Ernesto Irmici quale sostituto di Fiorito alla guida del gruppo regionale, Antonio Tajani non resterebbe a guardare e potrebbe "giocarsi" la carta di Francesco Battistoni, presidente sì della Commissione Agricoltura, ma incarico «sostitutivo» del ben più importante assessorato al quale Battistoni ha dovuto rinunciare dopo pochissimo tempo dalla nomina. Una partita insomma appena cominciata ma che, con la manovra finanziaria di metà anno «in cottura» potrebbe riservare più di un colpo di scena.