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L'ufficio Ztl cambia. L'odissea resta

Un varco della Ztl

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«Più sportelli, più comfort, più accessibilità». Così recita lo slogan dell'Agenzia per la mobilità del Comune, trasferita dallo scorso primo ottobre a piazzale degli Archivi, all'Eur. Sarà. Eppure i tempi di attesa non sembrano essere migliorati, dopo il trasloco da via Ostiense. Senza contare che anche per trovare un parcheggio ci vogliono almeno venti minuti. A coloro che vogliono presentare domanda per un permesso Ztl tocca attendere da un'ora a un'ora e mezza prima di essere ricevuti. Per chi ha bisogno di contrassegni per disabili e permessi sosta l'attesa oscilla dai 40 ai 60 minuti. Per le licenze taxi, Ncc e botticelle ci vuole una mezz'ora. Per il bollino blu si possono attendere anche venti minuti. Un'attesa media per questi ultimi servizi pari a 30 minuti circa. Gli sportelli sono venti nel complesso, più un box informazioni, e sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30. Otto ore no-stop. Ieri a metà mattinata di sportelli in funzione ce n'erano tuttavia solo tredici, che sono diventati quindici a mezzogiorno quando l'utenza era ormai diminuita. «La sede è nuova e curata. Ma pensavo di fare meno fila. È più di un'ora che aspetto», denuncia Rosaria, che da poco risiede nel centro di Roma e ha bisogno di un permesso per la Ztl. Fabrizio ha atteso quasi un'ora e mezza per la stessa richiesta. Quando ha preso il numeretto, intorno alle 11, prima di lui c'erano 31 utenti. Paolo, prima di presentare domanda per un contrassegno da disabile, ha dovuto aspettare venti persone, ossia 50 minuti. Franco, che abita in una strada dell'Eur dove ci sono le strisce blu, ci ha messo quasi un'ora per un permesso per la sosta. «Sono arrivato poco dopo le 11, avevo davanti a me quattordici persone, è quasi mezzogiorno e ancora non ho fatto» racconta. Qualcuno ha messo in dubbio persino l'efficienza del personale. «Ieri ho telefonato per chiedere informazioni riguardo alla mia licenza taxi – spiega Pietro – Mi è toccato venire qui, facendo la fila inutilmente, quando si poteva risolvere tutto via telefono».

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