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La serrata dei mercati rionali

Mercato rionale

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La richiesta al Comune è una sola: affrontare subito le problematiche che affliggono i mercati rionali per evitare la chiusura di altre migliaia di attività. Ma suona come una sorta di avvertimento, se non sarà ascoltata si passerà a forme di protesta più grande, magari uno sciopero dei mercati. Gli operatori romani non ce la fanno più: proliferare dei farmer's market, aumento delle tasse, concorrenza spietata della grande distribuzione e abusivismo commerciale. Per martedì 22, quelli aderenti all'Upvad-Confcommercio, l'associazione romana più importante, hanno organizzato un sit-in di protesta sulla piazza del Campidoglio. Saranno in migliaia, promette Franco Gioacchini, presidente dell'Upvad, e dalle sue parole si capisce che questo potrebbe essere solo l'inizio. «Per rivendicare la salvaguardia dei mercati rionali, delle rotazioni, dei posti fissi e delle migliaia di famiglie che da anni svolgono la loro attività al servizio della città, occorre ristabilire le giuste e necessarie regole - spiega - abbiamo deciso di mobilitarci per dare un segnale forte ai nostri amministratori, ai lavoratori del settore e a tutti i cittadini». Per ora senza creare alcun disagio per i cittadini-consumatori, visto che la protesta è organizzata per le 15 quando quasi tutti i mercati sono ormai chiusi. Numerose sono le problematiche che, dice ancora Gioacchini «porteremo ancora una volta all'attenzione dei rappresentanti dell'amministrazione anche se sono state illustrate più volte, senza aver trovato soluzione e purtroppo oggi si sono aggravate». A cominciare dalla mancata riqualificazione della rete mercatale della città, «nonostante le promesse», dal proliferare indiscriminato dei Farmer's Market, i cosiddetti «rivenditori a chilometri zero» la cui attività «è costellata di troppe ambiguità e irregolarità», per seguire con il problema dell'abusivismo commerciale, «che in diverse forme colpisce fortemente il nostro settore, creando confusione e degrado nelle regolari aree di mercato» e con la ventilata ipotesi di aprire nei prossimi mesi altri 450 mila mq di centri commerciali e della grande distribuzione. Preoccupa poi l'aumento della tassa Cosap e della tariffa rifiuti, una «mannaia» in un periodo di grave crisi economica. Un mix di fattori che, secondo gli operatori, hanno portato giorno dopo giorno ad un calo medio degli affari del 20-30% in un solo anno, alla chiusura di centinaia di banchi e alla perdita del lavoro per altrettante famiglie. Ma all'attenzione dell'amministrazione verranno sottoposti anche i casi dei nuovi mercati riqualificati e purtroppo non decollati, come Ponte Milvio, dove tutte le attività commerciali poste al piano superiore hanno chiuso nel giro di un paio di anni. Forse il fallimento di un nuovo modello di mercato che non convince i consumatori.

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