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I vu' cumprà tifano Italia

Un bimbo tiene in mano la bandiera italiana

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Coccarde verdi bianche e rosse attaccate al parabrezza degli scooter. E bandiere che sventolano agitate dal primo vento di primavera. I romani le hanno attaccate dappertuttto, davanti ai negozi di alimentari, alle inferriate dei giardini, alle ringhiere dei balconi e alle finestre, come aveva chiesto il sindaco Gianni Alemanno, che ci aveva invitato a esporre il Tricolore domani, nella giornata della prima festa dell'Unità d'Italia, e ci sono voluti 150 anni. E ora che non venga più il dubbio a nessuno: l'Italia è fatta, e ci sono anche gli italiani. Agli scettici basterà fare un giro in città. Dalla periferia al centro è un tripudio di bandiere in ogni quartiere. I drappi con il colore dei nostri prati, il bianco delle nevi eterne e il rosso del nostro cuore li vedi anche dove meno te lo aspetteresti: appesi alle finestre di insospettabili vicini di casa, che mai avresti creduto avessero tanto orgoglio italiano. Sarà davvero una festa di «serie A» come aveva auspicato il ministro Ignazo La Russa, il primo a lanciare l'invito di un Tricolore a ogni balcone. I primi a dare l'esempio sono stati i portieri dei palazzi che hanno ancora il custode, conferma Giuseppe Polimeni, presidente Anpcep. A Villa Bonelli, quartiere residenziale alle spalle del XV Municipio, Felice Parascandolo ha attaccato coccarde tricolori alle due guardiole del condominio già il giorno dopo l'invito del primo cittadino. La voglia c'era. Serviva solo un segnale. E chi non ha un Tricolore è corso dal vu'cumpra. Anche stavolta i venditori ambulanti immigrati ci danno una mano nelle ricorrenze significative, dall'8 marzo alla festa degli innamorati, come quando piove e sono pronti a venderci ombrelli. E non è un caso. Alle spalle di questi manovali della vendita istantanea agli angoli delle strade, pronti a darci quello che ci serve senza farci scendere dall'auto in barba alle ordinanze comunali, c'è una vera e propria organizzazione pronta a cogliere l'opportunità di lavoro data da eventi o giornate particolari nelle quali vendere gadget non è solo molto redditizio ma fa la differenza nel bilancio annuale. (Ha collaborato Damiana Verucci)

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