Astral e consulenze d'oro Le ultime cartucce di Giorgi
.Il successore «in pectore» Tommaso Luzzi (dell'area dell'ex An Gramazio) non sarebbe più così scontato. La rosa dei nomi per la guida dell'Azienda Strade Lazio spa si è infatti estesa a Nicola Palombi (area dell'ex di Fi De Lillo) e Vincenzo Zaccheo, ex sindaco di Latina. Ad accelerare il cambio di vertice non solo l'esigenza politica del centrodestra di guidare l'amministrazione delle società operative della Regione (la maggior parte delle quali ancora amministrata dal centrosinistra) ma anche le ultime mosse del presidente Giorgi, già noto per le sue "esuberanze" culturali, come ad esempio la recente pubblicazione di un libro sul dialetto di Sezze e per avere particolarmente a cuore la cittadina pontina, tanto che diverse forniture e assunzioni provengono proprio da questa. Una lettera dell'assessore regionale ai Lavori pubblici, Luca Malcotti, inviata al Cda di Astral i primi di dicembre invitava a non rinnovare tutte le consulenze in scadenza e non concederne di nuove. Una missiva coerente con il diktat della presidente del Lazio, Renata Polverini per tagliare le spese delle esose società legate alla Pisana. Un invito caduto pesantemente nel vuoto. L'ultima chicca risale a un mese fa, quando con una determina l'Astral prende in carico un fotografo per seguire gli eventi aziendali al costo di 2.500 euro. Ma già per Natale, e nonostante la lettera dell'assessore, ci si era dati da fare. A parte i 6.656 euro spesi per panettoni, spumanti, torroncini forniti, guarda caso da un'azienda di Sezze, ci sono almeno due consulenze per il periodo gennaio-giugno 2011. Una riguarda l'attività di consulenza a una società esterna per «supporto del ciclo di gestione e incasso delle fatture per le concessioni»: 19.500 euro, Iva esclusa. Rinnovo poi di un'altra consulenza per il «riordino della gestione territorio», sempre da gennaio 2011 a giugno per 19.600 euro, Iva esclusa. Tutti atti questi che avrebbero irritato non poco la nuova maggioranza di centrodestra alla Pisana e fatto suonare forse il campanello d'allarme: a un anno dalle elezioni è impensabile lasciare al centrosinistra il controllo delle società regionali.