Risate magnifiche alla corte di Lorenzo
Aurelio De Laurentiis ancora una volta fa centro. Con il sostegno sempre più felice di Neri Parenti regista e sceneggiatore che, volendo rendere omaggio al mitico "Amici miei" del caro e compianto Mario Monicelli, ha ritenuto giusto non dargli un seguito, anche perché non era semplice sostituire in quelle parti quei magnifici interpreti di allora, e così, chiamato nuovamente in campo Piero De Bernardi, aggiungendovi Fausto Brizzi e Marco Martani, ha preferito anticipare le zingarate dei cinque burloni addirittura nella Firenze del Quattrocento, regnante Lorenzo il Magnifico. Una serie quasi inarrestabile di beffe, prima a danno di altri poi, cinici e perfidi, prendendo di mira anche alcuni fra loro, mescolando gli adulterii alle sorprese boccaccesche, facendo credere ad un ingenuo di essere un altro, continuando il giochetto anche alla fine, ma con una versione rovesciata e, pur avendo tutti paura della morte (per questo scherzano ), vincendola con altre burle durante una epidemia di peste in cui qualcuno, per una celia spinta troppo in là, finirà per rimetterci la pelle; senza però convincere con questo gli altri a lasciar perdere. Si ride sempre. Le invenzioni si susseguono a ritmi ininterrotti, i cinque personaggi vi si abbandonano - diversi per caratteri, mestieri, ambienti sociali e familiari - lasciandosi prendere in mezzo ora con furbizie ora con finte serietà e infiorettando i dialoghi con cui si esprimono di toscanismi arcaici del tutto consoni a una cornice che, fra architetture autentiche o ricostruite in studio, alterna le cronache alla Storia (c'è il Savonarola, c'è il Magnifico), anche se la peste non è quella del Decamerone. La regia di Parenti, per animare questo coloritissimo quadro, fa ad ogni svolta sostenere il proprio brio dal contributo di tecniche agguerrite (la fotografia di Tovoli, le scenografie di Frigeri, le musiche di Andrea Guerra, i costumi di Alfonsina Lettieri) e, naturalmente, da interpreti che, sempre in primo piano, vincono ogni scommessa, anche tra di loro, per dar vita ai nuovi Amici miei. Bastino i nomi: Michele Placido, Giorgio Panariello, Paolo Hendel, Christian De Sica, Massimo Ghini. Ciascuno al meglio di sé, fra i lazzi, le caricature e un po' anche il finto dramma. Li completano Alessandro Benvenuti, nei panni del Magnifico, e Massimo Ceccherini, la vittima alla Calandrino del tiro più birbone.