Niente galera per i militari e il vigile Al via esami del dna
.I militari e l'agente della Municipale, accusati di aver stuprato una donna nella caserma del Quadraro, hanno infatti rischiato di essere arrestati con l'accusa di violenza sessuale. La misura restrittiva, però, chiesta dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dalla collega Eleonora Fini, è stata respinta dal gip. Questo perché, secondo il giudice, gli indagati non potevano inquinare le prove poiché le indagini erano state svolte in maniera talmente rapida e precisa che non esistevano gli estremi per mandarli dietro le sbarre. Anche se i primi accertamenti dei pm hanno convinto il gip a non firmare le ordinanza di custodia cautelare, le indagini non sono terminate. Tanto che lunedì gli indagati saranno nuovamente ascoltati in procura per chiarire, soprattutto, in quale condizione fisica e psicologica fosse la donna quando ha subito la presunta violenza e quando, il giorno successivo, indotta dal compagno, poi indagato, ha deciso di presentare una denuncia. Gli indagati, secondo quanto scritto nel capo d'imputazione, avrebbero «abusato dei poteri e dei doveri inerenti a una pubblica funzione». La magistratura, comunque, nei prossimi giorni chiederà di fissare un incidente probatorio per comparare i dna riconducibili ai quattro indagati con le tracce biologiche rilevate sugli abiti già sequestri. «Non ci opporremo a questo esame - hanno detto gli avvocati Fabrizio Consiglio e Eugenio Salvatore Daidone, che difendono uno dei militari - il nostro cliente è estraneo alla violenza sessuale». Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio quando, secondo il racconto della donna di 32 anni, originaria di Crema, è avvenuta la violenza nella caserma dei carabinieri, dove fu portata in seguito all'arresto in flagranza per furto di vestiti. Il giorno successivo, davanti ai giudici per il processo per direttissima, la presunta vittima dello stupro non disse nulla in aula. Anzi. Ringraziò addirittura i militari per averla trattata bene e per averle dato da mangiare. A distanza di 24 ore, però, la decisione di denunciare i tre carabinieri e il vigile urbano.