Ucciso in strada per un debito di gioco
Ammazzatoin pieno giorno con tre coltellate, due al petto e una al collo, nel cortile di un palazzo storico di via Principe Amedeo 60, all'Esquilino. La vittima è un cinese. L'aggressione intorno alle 15, poi il ferito è rimasto agonizzante sotto le finestre delle tre scale di sette piani che compongono la palazzina: il corpo riverso a terra, indosso un giubbetto scuro con la fodera rossa, jeans, scarpe da ginnastica nere, e chiazze di sangue. Nel pomeriggio lo strazio di una parente: davanti al giovane ha urlato e pianto. «Ho visto uscire un cinese con in mano il coltello», ha detto agli investigatori una ragazza dello stabile. La polizia del Commissariato Esquilino ha rovistato nei cassonetti sistemati a ridosso del marciapiede, proprio di fronte al civico 60, per cercare l'arma del delitto nel caso in cui l'assassino se ne fosse sbarazzato. Nell'edificio i cinesi sono diversi. C'è la sede di un'assicurazione di Pechino, altri invece ci abitano. Quindi il viavai di orientali è notevole, in una zona peraltro dove i cittadini con gli occhi a mandorla sono titolari di quasi tutti i negozi che si affacciano sulla strada, compresi i bar. «Ho sentito gridare poi la ragazza mi ha detto che c'era un cinese a terra e ho chiamato il 113 - racconta il gestore marocchino di un bed & breakfast - Se si azzuffano? Capita, amano giocare, organizzano tavoli in case diverse e puntano parecchi soldi». I sospetti della polizia infatti si concentrano proprio sul gioco d'azzardo, su un probabile regolamento di conti tra chi aveva vinto e il perdente, la vittima, che forse tardava a pagare. Sul posto è arrivato anche il dirigente della sezione Criminalità straniera della Squadra mobile. Indagare sui fatti che accadono nella comunità cinese - fin troppo chiusa - non è facile. Davanti ai poliziotti una ragazza orientale ha chiesto cosa fosse successo. Quando sono stati loro a farle qualche domanda ha smesso di parlare italiano. Fab. Dic.