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Rapina un albergo. Preso tassista

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Eranole ore 18 circa del 20 febbraio scorso, quando un uomo «con barba incolta rossiccia» è entrato all'interno di un albergo di via degli Scolopi mettendo a segno una rapina. Alla prima intimazione di consegnare il denaro, l'addetta alla reception si è rifiutata, ma l'uomo non ha desistito. Per «convincerla» ha scavalcato il bancone della reception, colpendola al volto ripetutamente. La vittima, dopo aver perso l'equilibrio, ha quindi consegnato la somma di 450 euro. Dopo aver «intascato» il bottino, si è allontanato dall'albergo. Inseguito da un dipendente, che ha tentato di bloccarlo, l'uomo è riuscito a divincolarsi impugnando un coltellino multiuso con il quale ha minacciato e provato a colpire il suo «antagonista». Liberatosi dalla presa, è scappato, non accorgendosi però che un altro dipendente della stessa struttura l'ha seguito vedendolo salire su un taxi. A colpire il testimone, oltre all'aspetto fisico dell'uomo, anche il fatto che la station wagon adibita al servizio taxi non aveva i copri ruota. Dopo il primo intervento, gli agenti del commissariato Monte Mario, diretto da Massimiliano Giordano, hanno fatto scattare le indagini congiunte con gli investigatori della Squadra Mobile. È iniziato quindi l'esame delle immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso dell'albergo, nonché la ricerca del taxi. Ad attirare l'attenzione degli investigatori, infatti, il particolare che il taxi era sprovvisto dei copriruota, circostanza anomala per i tassisti, che in genere mantengono in perfetto stato di manutenzione i veicoli. Nei giorni successivi gli agenti sono riusciti a rintracciare 4 veicoli corrispondenti al modello segnalato monitorando la zona limitrofa a quella della consumazione della rapina. Dagli ulteriori riscontri di polizia sono risaliti agli intestatari dei taxi. L'attenzione è stata riposta su uno di questi, già gravato da precedenti penali. L'uomo è stato riconosciuto dalla vittima e dai due testimoni come l'autore della rapina e il cerchio investigativo si è chiuso. Pochi giorni e l'autorità giudiziaria ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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