Per il teletrasporto ci vuole un fisico bestiale
MichelaMaggiani GUIDONIA Un cervello che si è «teletrasportato» fuori dall'Italia. Grazie alle sue ricerche in futuro sarà forse possibile spostarsi come in Star Trek, salire sulla pedana e attivare il teletrasporto «per andare là, dove nessuno era mai giunto prima». Si tratta del 36enne fisico Stefano Pirandola, nato e cresciuto a Villanova di Guidonia, emigrato in Inghilterra e oggi docente all'Università di York, dopo essere stato al Mit (Massachusetts Institute Technology) di Boston. I sui studi sono stati pubblicati dalle maggiori riviste scientifiche internazionali come Physics, Physical Review Letters e Physorg. Pirandola, il teletrasporto sembra fantascienza, davvero può diventare realtà? «Non so se ha presente il film La Mosca, dove uno scienziato compie esperimenti di teletrasporto e, costruite due cabine per il trasferimento di esseri viventi, riesce a teletrasportare una cavia da una all'altra. L'idea è quella. Semplificando molto si parla di viaggiare alla velocità della luce. Tecnicamente un sistema viene decomposto in una stazione di partenza e viene ricomposto in una stazione di arrivo. Il trasferimento avviene attraverso la luce». Sarà quindi possibile teletrasportarsi? «Siamo in fase di ricerca, ma molto è stato già fatto. In passato è stata dimostrata la possibilità del teletrasporto solo per particelle prive di massa come i fotoni. Io ho dimostrato, in alcuni miei lavori del 2003 pubblicati dall'American Physical Society, che questo è possibile, sempre in linea di principio, anche con sistemi con massa usando un raggio laser in grado di veicolare il processo di teletrasporto, la cosiddetta "pressione di radiazione"». Si occupa anche di altro? «Una delle ultime ricerche che ho fatto a York è sulla lettura quantistica di memorie digitali. Riguarda l'uso di sorgenti di luce quantistica per leggere memorie digitali, come cd e dvd. Per semplificare, in futuro si potranno avere lettori cd e dvd più veloci in grado di leggere molti più dati. La possibilità di leggere velocemente grandi quantità di dati permetterà di sviluppare computer molto più potenti e veloci degli attuali. Si tratta di roba molto fresca che sta suscitando grande interesse. Il mio articolo è già uscito su Physical Review Letters e Physorg. Uscirà anche su Physics e su Physics World». Perché ha scelto di trasferirsi all'estero. Tornerà mai in Italia? «Solo al'estero mi hanno permesso di fare ricerca ad alto livello. Il problema principale in Italia è che i fondi per la ricerca sono limitati e spesso non vengono assegnati ai più meritevoli».