Parlamentari Pdl a raccolta La riforma non può attendere
.Una riunione dei parlamentari del Pdl con il sindaco Alemanno ha messo a punto le prossime mosse per portare a casa una riforma che, col passare del tempo, diventa sempre più lontana. «Abbiamo definito l'atteggiamento dei parlamentari del Pdl di Roma e del Lazio a favore dei decreti e degli interventi governativi che sono centrali per sostenere gli interessi di Roma - ha detto il sindaco Alemanno a margine della riunione a Montecitorio, durata poco più di un'ora - Gli argomenti trattati vanno dall'aspetto della rappresentanza democratica, cioè il mantenimento di 60 consiglieri, fino ad aspetti relativi ai pedaggi autostradali, dallo sblocco della situazione di Fiumicino 2 (l'allargamento dell'aeroporto di Fiumicino, ndr) alla cultura, con la difesa dell'accademia di Santa Cecilia e del Teatro dell'Opera dai tagli ai fondi». Un bel da fare insomma per i deputati e i senatori di Roma del Pdl. Che devono fare in fretta. Nonostante gli ottimi rapporti con il governo, infatti, Alemanno rischia di vedere sfumare la sfida forse più grande e importante quella, per intenderci, che potrebbe farlo passare alla storia: nuovo status di Roma Capitale e poteri autonomi. I tempi infatti per l'approvazione del secondo decreto, quello appunto che definisce e conferisce le nuove competenze, si stanno pericolosamente stringendo. L'iter della complessa riforma va infatti concluso entro maggio. Mancando questa, si punta comunque a modificare il Testo unico degli enti locali che stabilisce in 48 il numero dei consiglieri capitolini. Non solo riforme istituzionali però. A due anni dalla scadenza del mandato, Alemanno ha bisogno di fondi e di provvedimenti che non penalizzino la Capitale e che ne traccino un solco per il futuro. Ecco allora che anche su pedaggi e l'avvio del secondo hub di Fiumicino non c'è più tempo da perdere. L'idea, spiega il sindaco, è quella di portare avanti una «azione di carattere parlamentare» perché i provvedimenti necessari per Roma siano contenuti in proposte di legge o anche decreti legislativi del governo. E speriamo che il destino di questi sia ben diverso dall'emendamento al Milleproroghe proprio per riportare a 60 i consiglieri capitolini e "sfilato via" in sede di voto.