Dalla cravatta di Mazzini ai riti carbonari
Hannobeneficiato di questa storica data in particolare raccolte di cimeli poco conosciute alle porte di Roma legate a Campagne come quella dell'Agro Romano per la liberazione della Città dal potere temporale, sfortunata ma con la risposta di circa 8.000 volontari che accorrono all'appello di Garibaldi da 220 Comuni d'Italia con presenze anche dall'estero, vedi la Yessy Mario e la contessa russa Blavatsky. In queste settimane si moltiplicano le richieste di visita da ogni parte d'Italia. Il Comune con la direzione del complesso storico ha stilato un programma incentrato giovedì 17 sullo scoprimento alle 11 di una lapide-ricordo del 150°. Sabato 26 e domenica 27 marzo apertura continuata per la giornata del FAI. Ma perché tanto interesse? Mentana è custode di un Sacrario dove riposano 300 camice rosse, il più giovane era di Rovereto ed aveva 16 anni. Tutti caduti nel 1867 negli scontri con i pontifici e francesi nell'Agro Romano conclusi a Mentana il 3 novembre. Nel Museo cimeli unici sulla carboneria, cravatta di Mazzini, 25 divise personali con decorazioni, armi d'epoca tra le quali chassepots e fucili garibaldini, sciabola di Menotti Garibaldi, cimeli dei fratelli Cairoli e di alcuni dei Mille tra i quali il romano Achille Scotto, sei di questi sono sepolti nell'Ossario, autografi e foto originali di Garibaldi. Venire al Museo di Mentana vuol dire toccare con mano un pezzo di storia della nostra Italia. * (Direttore scientifico del Museo nazionale della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma)