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L'anonimo impiegato d'azienda Michele Cozzolino impara a fare i conti con i fantasmi del suo passato grazie a un'intervista televisiva che lo sottopone al fuoco incrociato dei giornalisti.

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«Devomolto al protagonista Silvio Orlando, una creatura particolare che se fosse vissuto in Russia nei primi anni del secolo scorso avrebbe spinto Cechov ad abbandonare Olga Knipper per scappare con lui o avrebbe conquistato Gogol sviluppando la sua potenzialità creativa di personaggi analoghi», ha dichiarato il cineasta livornese che aveva già incontrato con successo l'attore in "Ferie d'agosto" «Mi sembra che questo evento scenico abbia recuperato lo spirito degli anni Settanta delle cantine romane in cui dal caos si tirava fuori qualcosa di coerente, ma con un po' di soldi e di lusso in più. Mi ha donato una sorta di nuova verginità», è il commento di Silvio Orlando. «Avevo fatto teatro da ragazzetto a Livorno in dimenticabili e trascurabilissime esperienze giovanili di fronte a una platea sgomenta di amici e parenti - ha raccontato poi Virzì - Non ho provato neanche a togliermi il berretto del regista cinematografico per indossare la sciarpa di quello teatrale. Dirigere un classico mi avrebbe imposto il fasullo rispetto di chi entra in un museo. Ho scelto, invece, un evento diverso, vivo, che ci interessa e ci riguarda, affrontandolo con arroganza e sfrontatezza come è mio solito. Sono partito da un'ideuzza rimasta in un cassetto e destinata a diventare una sceneggiatura. Era venuto dopo una conferenza stampa per i ritratti e gli stimoli che mi aveva suscitato. Ho scritto di getto con felicità e allegria del gusto di raccontare. Abbiamo concepito un allestimento semplice e sorprendente. La scrittura è debitrice di tanti classici: siamo nani sulle spalle dei giganti. Mi diverto a ripetere questo slogan: è uno spettacolo fra Kafka e Bruno Vespa, tra Dürrenmatt e Santoro, fra Buzzati e Antonello Falqui, per dire che va dall'alto al basso, dal sublime alla narrazione popolare del nostro tempo. È un cantiere vivo che mi consente di cambiare in corso d'opera, al contrario che al cinema. Il nocciolo comune di cinema e teatro è raccontare vicende umane nel modo più autentico possibile». «Se non ci sono altre domande» è innovativo anche perché il 12 aprile, in diretta alle 20.45, e il 13 in due repliche in differita, oltre 100 cinema italiani saranno collegati via satellite con l'Eliseo per permettere al pubblico di sedersi in prima fila e scoprire in alta definizione cinematografica l'identità, le passioni e i segreti di Michele Cozzolino in contemporanea con gli spettatori teatrali così da creare un'unica grande platea diffusa sul territorio. Nella medesima occasione arriva in libreria il volume di Paolo Virzì «Se non ci sono altre domande», primo libro del neonato Indiana Editore.

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