In famiglia con due mamme lesbiche e troppo moderne
Unaprovincia immersa nel verde. Due donne, Nic e Jules, vivono insieme, coniugalmente. Anni prima hanno sentito il bisogno di essere anche madri e si sono rivolte a una banca del seme ottenendo, ciascuna, di poter avere dei figli nati da uno stesso padre, una femmina e un maschio, i quali una volta cresciuti, non riescono a vincere la curiosità di scoprire il donatore anonimo che li ha generati. Lo trovano, è Paul, il gestore di un ristorante biologico, lo giudicano subito simpatico e cominciano a frequentarlo, con qualche perplessità da parte di Nic che non vede invece di buon occhio quel legame. Una perplessità che si trasforma presto in una gelosia furiosa quando scoprirà che Jules, incontrato a sua volta Paul, non ha tardato a cedere a un suo quasi spavaldo tentativo di conquista, finendoci a letto. Il seguito, però, non sarà drammatico; come spesso succede alle coppie normali. Ecco, la normalità. Può dare un po' fastidio che Lisa Chodolenko, la regista, con dichiarate reminescenze autobiografiche, abbia raccontato questa storia - tutta californiana - come se si trattasse di una tranquilla vicenda tra coniugi, con quei figli che, in mezzo, hanno sì dei contrasti con le loro madri, ma per loro personali motivi adolescenziali e non a causa della singolarità di quella cosiddetta famiglia che li ha cresciuti. Bisogna però riconoscere a Lisa Chodolenko di aver scritto un testo abbastanza ben calibrato, dando risalti attenti alle personalità dei tre adulti (i due giovani, compresi i loro coetanei, sono piuttosto sfocati) e curando con sapienza le situazioni che le fanno procedere con scioltezza verso il finale, sostenute da dialoghi pronti a scavare nei caratteri, riuscendo spesso a chiarirvi in mezzo sfumature riposte. Gli interpreti concorrono all'impresa grazie ai loro carismi personali. Julianne Moore, specie al momento di lasciarsi coinvolgere nelle pagine eterosessuali; Annette Bening, una Nic con accentuati segni mascolini che però non ne attenuano certi risvolti di sentimenti caldi; Mark Ruffalo, il padre "affittato", verosimile soprattutto come soddisfatto seduttore, (forse, da ultimo, pentito a metà).