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Antonio Sbraga COLLEFERRO Su Facebook le aveva chiesto l'amicizia, ma fuori dal social network probabilmente voleva molto di più.

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Alpunto che l'adolescente, nonostante il malcelato invaghimento per quel docente brizzolato dell'istituto secondario di Colleferro, dov'è iscritta da due anni, s'è subito opposta agli affondi che lui avrebbe messo in pratica in auto con tanto di palpeggiamenti. E ha fatto resistenza alle presunte molestie del prof arrestato ieri dai carabinieri della Compagnia di Colleferro per violenza sessuale. I militari lo hanno raggiunto nella sua abitazione a Roma sud. Il quarantenne ha negato di aver mai riservato particolari attenzioni nei confronti della quattordicenne: «Era lei, semmai, che cercava me». Un tentativo di difesa subito naufragato davanti ai suoi click che effettuava dal suo profilo facebook: tra gli «amici» del professore, infatti, ancora figura quell'allieva che ha invano cercato di far passare per la sua piccola molestatrice. E a quel punto il docente non ha potuto far altro che ammettere di aver intrattenuto rapporti con l'adolescente, anche se solo a livello virtuale in chat. Ma proprio quei colloqui, recuperati dai militari del capitano Mauro Merola, fra le tracce conservate nella cronologia del web, hanno dato i decisivi riscontri ai racconti che la studentessa ha fatto a ragazzi e insegnanti. Un turbamento considerato talmente profondo da spingere i docenti ad avvalersi di una consulente psicologa cui affidare le confidenze della quattordicenne. Racconti che partono dagli ultimi mesi dello scorso anno scolastico. Prima l'approccio tramite il rituale scambio di amicizia sul sito di Facebook. Poi l'interscambio si è fatto gradatamente sempre più irrituale tra i due, sino all'incontro-shock avvenuto a fine dicembre in macchina. E le rivelazioni dell'alunna al rientro dalle vacanze di Natale hanno poi consentito agli inquirenti di effettuare gli accertamenti, sempre tramite la chat di Facebook, dando modo di scoprire ulteriori approcci anche con altre alunne delle diverse classi dell'istituto colleferrino. E così il Tribunale di Velletri, considerato il pericolo di reiterazione del reato per il contatto quotidiano del docente con le giovani fra i 14 e i 16 anni, gli ha fatto notificare l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari proprio mentre a Colleferro ieri si teneva un convegno sulla «sicurezza delle donne».

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