"I carabinieri sono stati provocati"

I carabinieri «sono stati provocati». Dopo la sospensione dal servizio dei tre presunti colpevoli, arrivano le precisazioni di Carlo Taormina. Secondo il difensore di uno degli indagati per il presunto stupro avvenuto la notte fra il 23 e il 24 febbraio in una caserma dell'Arma al Quadraro, la ragazza-madre «era consenziente» e ha «pesantemente provocato gli indagati». Non solo. Per il penalista non avrebbe rilievo il fatto che la ragazza fosse ristretta, un'aggravante che tuttavia non configura da sola il reato di violenza sessuale. Infine, «i tre carabinieri indagati erano fuori servizio», spiega Taormina. Quindi, «si tratta di capire se questa situazione si possa configurare come abuso di autorità». Cavilli e dettagli che, però, non rendono l'episodio meno grave. E l'avvocato sottolinea che «l'Arma ha fatto benissimo a disporre la sospensione in via precauzionale dei tre militari coinvolti, ci rende tutti più liberi». Taormina, che difende il carabiniere già trasferito a Cagliari, precisa che «pur ritenendo, in base alle dichiarazioni del mio assistito, non configurabile il reato contestato, si tratta di una vicenda assolutamente riprovevole accaduta in una caserma dei carabinieri che dovrebbe essere il santuario della legalità e della tutela del cittadino». I tre militari e il vigile urbano sotto inchiesta e la donna fermata per un furto all'Oviesse che ha denunciato l'episodio saranno risentiti in settimana dai magistrati. Le versioni di vittima e indagati, infatti, non coincidono. E per Taormina è necessario stabilire se c'è stata violenza sessuale: «Dalle risultanze attualmente in mio possesso, che domani potrebbero anche essere smentite da ricostruzioni diverse delle indagini, non c'è stata né violenza né minaccia», aggiunge il legale. Intanto l'opposizione continua a far polemica sulla vicenda, anche dopo la scoperta del falso stupro in piazza di Spagna. Pomo della discordia, questa volta, la mancata sospensione dal servizio dell'agente della Municipale, già destinato a lavori d'ufficio. «È grave e inaccettabile il non agire del comando della polizia municipale nei confronti del vigile urbano coinvolto, e ancor più la passività del sindaco Alemanno - ha dichiarato il vicepresidente del Senato e commissario del Pd del Lazio, Vannino Chiti - Stride questo comportamento del Comune rispetto a quello rigoroso scelto dall'Arma». Pronta la replica di Alemanno: oggi, al termine di un accertamento affidato al capo di Gabinetto, Sergio Basile, e al comandante Angelo Giuliani, sarà adottato il massimo livello di provvedimenti precauzionali consentiti dalle norme sulla Polizia Municipale in casi come quelli in esame. Anche in questo episodio, come in tutti i casi di violenza alle donne perpetrati nel territorio di Roma, l'Amministrazione Capitolina si costituirà parte civile contro tutti i responsabili diretti e indiretti". Al di là delle polemiche e fatte le dovute precisazioni legali, lo stesso Taormina definisce la vicenda «assolutamente riprovevole». Il ministro della Difesa ha parlato di «fatti gravissimi» anche se verrà accertato che non sono stati commessi reati.