La prova del nove della Polverini
.A un anno dall'elezione alla presidenza della Regione, Renata Polverini è già «costretta» a un bilancio di mandato. Presto, certamente ma inevitabile. Per questo la governatrice non lascerà nulla al caso per almeno due elementari motivi: dimostrare di avere un ampio consenso elettorale dopo solo un anno di governo (e dunque uscire ancora più forte dalle urne di maggio) e rafforzare la coalizione di centrodestra rappresentata in giunta. Per quanto riguarda il primo punto, il tavolo per la presentazione di una lista direttamente collegata alla Polverini è aperto e, al momento, si ragiona per ogni singolo comune. Con una novità. Laddove la lista non sarà presente (probabilmente nei 42 comuni della Provincia di Roma) la governatrice "piazzerà" comunque candidati suoi. Una strategia con un doppio obiettivo: tenere saldo il timone della politica amministrativa e consentire un'ampia coalizione. Non a caso, è di due giorni fa la dichiarazione del consigliere regionale dell'Udc, Pietro Sbardella che annuncia: «In vista del voto amministrativo di metà maggio, il partito del'Udc a Campagnano sta valutando con interesse l'ipotesi di una candidatura unitaria del centrodestra. Non dipende dall'Udc ma penso che valga la pena aspettare qualche giorno per valutarne la concretezza. La prossima settimana ci riuniremo con i quadri locali del partito per ragionare delle ipotesi sui candidati e sui programmi». E la citazione di Campagnano non è a caso. Proprio qui infatti la Polverini vorrebbe imporre un candidato donna sotto l'egida del Pdl. Un candidato «super partes» insomma che invoglierebbe Udc e La Destra a stringere alleanze con il Pdl (con il quale non sempre i rapporti sono idilliaci) per portare a casa la guida del Comune, oggi al centrosinistra. Il nodo più delicato da sciogliere è proprio quello dei comuni della Provincia di Roma. Qui si inizierà probabilmente a pagare il primo scotto della mancata rappresentanza in Regione di consiglieri del Pdl. Il partito, già in difficoltà nell'hinterland capitolino potrebbe subire un colpo mortale se si dovesse ritrovare a "combattere" con una lista della Polverini. Per questo il premier in persona avrebbe chiesto alla governatrice di fare un passo indietro. Lei lo avrebbe fatto. Ma solo a metà.