E i centri sociali assaltano la caserma
Bombe carta, petardi e uova. Ieri è scoppiata la rabbia contro la caserma dei carabinieri del Quadraro, teatro della presunta violenza sessuale denunciata da una ragazza madre di 32 anni e per la quale sono indagati tre militari e un vigile urbano. Ieri la mattina la manifestazione è stata organizzata dalle donne del X Municipio di Roma, che insieme con altre associazioni femministe e ad attiviste dei centri sociali hanno esibito striscioni di protesta: «Alemanno sgomberali» e «Carabinieri/sicurezza meglio insicure che violentate». Ma non solo. Anche bombe carta. E ieri pomeriggio agenti della Digos e del Commissariato Tuscolano arrestato chi le azvrebbe lanciate: S.G., 31 anni. In casa aveva tre bottiglie incendiarie e una tanica di benzina. Intanto il Comando generale dell'Arma ha sospeso cautelativamente dal servizio i tre carabinieri che hanno dovuto consegnare tesserino e arma d'ordinanza. Nei prossimi giorni saranno risentiti in Procura assieme al vigile urbano. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Eleonora Fini convocheranno pure la presunta vittima. Anche ieri gli inquirenti di piazzale Clodio sono stati al lavoro e, d'intesa con il Reparto operativo dei carabinieri, hanno riesaminato tutto il caso, a cominciare dall'attendibilità del racconto della ragazza madre. Lei ha messo a verbale che ad abusare sarebbero stati due carabinieri (tranne il piantone) e anche il vigile urbano, riconoscendo il tatuaggio che questi avrebbe al braccio destro. Quest'ultimo ha negato, dicendo che era andato in caserma solo per incontrare l'amico piantone, mentre gli altri due carabinieri hanno ammmesso il rapporto «consenziente». E ancora. Uno dei due militari ha riferito: «Abbiamo intuito da parte sua (della donna, ndr) la disponibilità ad avere un rapporto sessuale con noi due carabinieri. La cella era aperta». Come mai?