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Case comunali svendute La Procura apre l'inchiesta

Veltroni

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Se sono pochi spiccioli o cifre «congrue», saranno la Procura e la commissione d'inchiesta varata ieri dal sindaco Alemanno a stabilirlo. Certamente i numeri forniti ieri dall'assessore capitolino al Patrimonio, Alfredo Antoniozzi, pongono (e impongono) più di un dubbio. Il patrimonio immobiliare della Capitale si divide in disponibile (beni non vincolati e dunque utilizzabili in differenti modalità) e indisponibile (beni a destinazione vincolata, come ad esempio alloggi di edilizia residenziale pubblica). I numeri forniti dal Comune sulle vicende già battezzate «svendopoli» e «affittopoli» riguardano il patrimonio disponibile e il suo utilizzo (o messa a reddito) negli anni tra il 2001 e il 2008, vale a dire sotto la gestione delle due giunte Veltroni. Per quanto riguarda la locazione, il Campidoglio vanta 1.792 unità immobiliari attualmente in affitto, pari a un incasso annuo di 12 milioni 803 mila euro. Le concessioni invece (vale a dire immobili non disponibili in uso ad associazioni, enti e privati no profit, sono 532 per un "guadagno" annuo delle casse capitoline di 8 milioni e 459 mila euro. Sul capitolo «affitti» occorre tuttavia tenere conto che la maggior parte degli inquilini di immobili comunali rientra nelle fasce deboli. Si dovrà fare luce, piuttosto, su quei canoni concessi a privati che traggono dall'immobile un congruo guadagno, come ad esempio il noto ristorante Checco er Carrettiere (al quale è stato fissato un canone di 3.957 euro l'anno ma, come precisato ieri, si tratterebbe di un piccolo magazzino di 15 mq annesso al ristorante) o l'hotel Richmond in largo Corrado Ricci (30.631 mila euro l'anno). E ancora sull'utilizzo di locali dati in concessione ad associazioni culturali e dove invece ci sono sedi di partito. Il capitolo più complesso è senza dubbio quello delle vendite. «Tra il 2001 e il 2010 l'amministrazione comunale ha condotto un'operazione di dismissione di 1.140 alloggi del patrimonio capitolino - ha spiegato Antoniozzi -. Finora, sono stati venduti 775 di questi immobili, prevalentemente agli utilizzatori residenti da almeno 5 anni e in regola col pagamento del canone, in altri casi all'asta. La valutazione dei beni è stata effettuata da Risorse per Roma sulla base del valore di mercato con l'applicazione di uno sconto del 30% per le unità abitative occupate. Ci sono dubbi che questo patrimonio non sia stato venduto ad un prezzo congruo: anche ad occhio, vendere a 2.000 euro al metro quadrato appartamenti a piazza Navona mi pare un po' poco». Per dismettere i 775 immobili comunali venduti nell'ultimo decennio, il Campidoglio è ricorso allo strumento della cartolarizzazione (per 629 immobili su 775) per garantirsi una celere liquidità di cassa: trasferisce gli immobili da vendere alla società «Campidoglio Finance srl» e, nel 2005, incassa 121 milioni di euro. Oltre alla prelazione, alcuni appartamenti vengono venduti all'asta (94). Le operazioni di cartolarizzazione si concludono nel 2010 e in totale tra vendite cartolarizzate e non, il Campidoglio incassa 150 milioni 44mila 632euro. «La valutazione dei beni veniva compiuta da Risorse per Roma - ha spiegato Antoniozzi - che la passava poi al dipartimento comunale competente da cui veniva trasmessa alla Commissione capitolina per il patrimonio che la validava. E non si è mai visto che un organo politico validi una perizia tecnica; io stesso non sarei in grado di farlo e comunque non lo farei mai». Presunte irregolarità potrebbero dunque annidarsi nella fissazione del valore dell'immobile da cui poi scaturiva la procedura di vendita. «Laddove si riscontreranno affitti o vendite non congrue - ha poi precisato l'assessore - si attiveranno gli strumenti che la legge consente, se possibile fino al recupero dell'immobile che però credo sia molto difficile». La commissione d'inchiesta nominata con ordinanza del sindaco, avrà 90 giorni di tempo per verificare il rispetto nelle procedure di alienazione del patrimonio immobiliare capitolino, la congruità dei valori di vendita e delle locazioni a terzi. La commissione è presieduta a Claudio De Rose, già procuratore della Corte dei Conti; dall'ingegnere Mauro Iacobini, responsabile Valutazioni Immobiliari dell'Agenzia del Territorio, dall'avvocato Guglielmo Frigenti, responsabile del settore Patrimonio dell'avvocatura capitolina e dalla direttrice della direzione appalti e contratti del segretariato generale di Roma Capitale, Cristiana Palazzesi. Ad allontanare dubbi sul movente politico della giunta Alemanno ci pensa il neo delegato all'Emergenza abitativa, Maurizio Berruti: «Non si tratta di alcun dossieraggio né di un'operazione contro qualcuno. Facciamo solo il nostro dovere di amministratori nei confronti del patrimonio pubblico e delle persone. Quando si parla di case infatti non va mai dimenticato il dramma di chi non ce l'ha e non può averla. Anche per questo abbiamo il dovere di fare chiarezza».

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