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In Centro case comprate a un quarto del valore

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.Bei tempi quelli di Walter. Che affari, che aste, che compravendite! È di 30 pagine la lista dei saldi del bazar capitolino gestito dall'ex sindaco Veltroni. E sono quasi 900 le case «svendute» dal 2005 al 2008 con diritto di prelazione o tramite asta pubblica. Basta una media matematica per rendersi conto degli incassi mancati dall'operazione di cartolarizzazione affidata nel 2004 alla Campidoglio Finance Srl, società creata ad hoc per disfarsi di una parte del patrimonio immobiliare capitolino. Il ricavato totale è di 150milioni di euro, e cioè meno di 20mila euro a immobile. Scorrendo con l'indice l'elenco redatto dall'assessorato alla Casa alla voce "prezzo di stima", ci si accorge subito che gli intermediari finanziari pagati dall'amministrazione democratica non erano molto ferrati sull'andamento del mercato immobiliare romano. Prendiamo il primo appartamento della lista, situato in via degli Acciaioli, (a due passi da via Giulia) di 40 metri quadri. Stimato 119mila euro, venduto con diritto di prelazione all'inquilino, per 79mila euro. L'immobile, che secondo la stima dell'ufficio Omi (Osservatorio del Mercato Immobiliare) dell'Agenzia del Territorio potrebbe valere al metro quadro tra i 7000 e i 9600 euro, è stato invece pagato dal fortunato vincitore, 2mila euro al metro. Stessa via, stesso palazzo, piano diverso, asta pubblica: base d'asta 134mila euro per 50 metri quadri. Per fortuna il Comune è riuscito a ricavarne 321mila euro. 6400 euro al metro quadro, in quella zona, è comunque un ottimo affare. Ora spostiamoci di poche centinaia di metri, in piazza della Rotonda, Pantheon. In questo caso, l'inquilino è riuscito ad acquistare un appartamento di 60 metri quadri, al quarto piano, per 295mila euro, ovvero, 4500 euro al metro in uno dei luoghi più suggestivi della città, dove, secondo l'Omi, difficilmente si può comprare a meno di 10mila euro al metro. Corso Rinascimento, piazza Navona. La base d'asta per 60 metri al piano terra è di 158mila euro. Una srl se lo aggiudica per 311mila euro, comprando un metro a 5mila euro. Eppure dalle parti di piazza Navona, per un metro si può arrivare a sborsarne 12500. Minimo minimo, per l'Omi, ne servirebbero 9mila. Nell'elenco dei saldi, alle voci aste pubbliche, si legge spesso «offerta successiva andata deserta». Strano, perché in genere l'odore di un affare si sente a chilometri di distanza. È un odore così forte, che nel mondo delle aste non si porta a casa il risultato senza dover combattere con le unghie e con i denti, senza spintonarsi come all'ufficio postale il giorno della pensione. E guarda un po' il caso, alle aste del patrimonio comunale hanno partecipato molte società immobiliari, che vincono per poi rivendere. Un caso per tutti, gli affari fatti da alcune società in via Giolitti. Un immobile di 120 metri quadri al terzo piano, base d'asta 222mila euro, se lo sono «portato a casa» per 280mila euro, poco più di 2mila euro al metro quadro. Un ultimo esempio, questa volta a via de' Burrò, piazza di Pietra. Sapete quanto ha pagato un ex inquilino per 155 metri quadri? 265mila euro, millesettecento euro al metro. Che affari, che aste, che compravendite!

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