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Case e locali scontati I fortunati dell'era Veltroni

Roma, veduta dall'alto

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Circoli di partito, ristoranti, alberghi e vendite "speciali". Sono alcune delle sorprese contenute negli elenchi di alienazioni, affitti di locali e abitazioni e affitti ad associazioni e/o enti, di proprietà del Comune di Roma, avvenute negli anni negli anni tra il 2001 e il 2008. I dettagli verranno forniti oggi in un'apposita conferenza stampa indetta dall'assessore al Patrimonio, Alfredo Antoniozzi. Ma le indiscrezioni sono già rilevanti. Partiamo dagli affitti alle associazioni. Concessi con determine dirette, l'ultimo elenco indica 124 soggetti ai quali il Comune ha dato in affitto dei locali. Tra questi diversi comitati di quartiere, associazioni di consumatori, moltissime associazioni culturali e, soprattutto, alcuni circoli trasformati in sezioni di partito. È il caso dell'associazione Marcella Valentini, in via Diego Angeli, dove campeggia l'insegna «Partito democratico - Casal Bruciato». Il canone fissato è di appena 491,99 euro l'anno ma, se la morosità accertata è di 13.279 euro viene il ragionevole dubbio che l'affitto non sia mai stato pagato. Ancora, il circolo culturale sportivo Pietro Nenni in via Vicopisano dove l'insegna è di Sinistra e Libertà. Anche in questo caso il canone è di 213,20 euro, la morosità ammonta a 2.027 euro. E ancora, il circolo culturale Palmiro Togliatti, in via Vaiano, dove anche in questo caso è ben visibile l'insegna del Pd. Come sopra, il canone di affitto è di 254,60 euro, la morosità di 1.112 euro. Ma non è tutto. Negli ultimi due casi si rileva un ulteriore "mistero". Il circolo sportivo Pietro Nenni è segnato in via Vicopisano 91-93: al civico 91 ci sarebbe appunto la sede di Sel, al 93 un patronato Acli Caf. Nel tabulato della Romeo (la società che gestisce gli immobili per conto del Campidoglio) però è citato soltanto il civico 91. Stessa sorte per i civici del Circolo Togliatti, in via Vaiano. Qui al numero 3 figura il circolo culturale, al 5 la sede del Pd. Anche in questo caso tuttavia nell'elenco della Romeo figura solo il civico 3. Distrazione? Forse. Fatto sta che in moltissimi casi la situazione degli immobili di proprietà comunale è talmente confusa che ci vorrà ancora del tempo per effettuare verifiche puntuali. In alcuni casi infatti c'è il sospetto che i locali possano essere stati dati in subaffitto per uno scopo di lucro non consentito. Ma se l'affitto a basso (o zero) costo per le associazioni agevola anche meritevoli associazioni, come ad esempio Emergency, Bambino Gesù, Associazione italiana handicap, Sant'Egidio; occorrerà fare luce sull'affitto a chi, comunque trae un guadagno (in molti casi considerevole) dai locali a locazione agevolata. È il caso ad esempio del noto ristorante Checcho er Carrettiere in via Benedetta dove il Campidoglio «pretende» un affitto di 3.957,36 euro all'anno. Così come fanno riflettere i 30.631 euro annui di canone per l'hotel Richmond in largo Corrado Ricci, con tanto di terrazza con vista sui Fori Imperiali. Ancora più curiosi poi gli affitti a diversi soggetti cinesi soprattutto in via Turati e via Giolitti. Così come il locale affittato al partito della Rifondazione Comunista in via Giocchino Belli per 3.755 euro all'anno. Discorso a parte, poi per le alienazioni. La vendita del patrimonio comunale, decisa e regolata dalle delibere 139/01 e 222/03. Il Campidoglio tra il 2001 e il 2008 ha venduto circa 900 immobili. Di questi, 713 sono stati venduti tra il 2005 e il 2007. Nel particolare, 648 immobili sono stati acquisiti con la prelazione degli inquilini, 89 sono andati all'asta e 25 appartamenti sono stati venduti dopo un'asta andata deserta. Tra le vendite più curiose, quella allo scrittore bosniaco Matvejevic Predag che ha acquistato un appartamento di 155 metri quadrati in via Andreoli, nel cuore di Prati, a poco più di 300 mila euro. Ancora, il figlio dell'ex ministro Visco ha acquistato, dopo un'asta andata deserta, un appartamento di 154 metri quadrati in via Monti della Farina (tra largo Argentina e via dei Giubbonari) per 910 mila euro. Quello delle vendite è uno degli aspetti più delicati dell'intera verifica chiesta dal sindaco Alemanno. Cinque tra le maggiori agenzie immobiliari avrebbero infatti già certificato che la stima di partenza del valore degli immobili decisa dal Campidoglio era più bassa rispetto alla stima reale e le prime stime parlano di un ricavo per il Comune di appena il 15% rispetto a quanto le vendite avrebbero dovuto fruttare. La deputata Pdl Barbara Saltamartini auspica l'apertura di un'inchiesta della magistratura ma gli esponenti dell'ex giunta Veltroni non ci stanno. In una nota, l'ex assessore all'Urbanistica Morassut e l'ex capo gabinetto, Verini picchiano duro: «La gestione amministrativa delle giunte guidate dal sindaco Veltroni si è sempre attenuta ad un rigoroso rispetto delle regole e alla trasparenza. Non saranno certo velenose campagne di stampa a cambiare le carte in tavola o a nascondere la situazione di disastro anche morale della giunta Alemanno». Ma è solo il primo round.

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