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Basta armi. A rischio i film d'azione

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Pistola

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Da lunedì al cinema non si spara più. Le quattro società - due a Casal Bertone e Capanelle, le altre a Pomezia e Monte Porzio Catone - che noleggiano armi sceniche incroceranno le canne. Per cui sono a rischio le lavorazioni di pellicole come «Ris Roma 2», «Squadra antimafia», «Tredicesimo apostolo», «Faccia d'angelo» e altre. Il sequestro di 47 pezzi eseguito nei giorni dalla polizia amministrativa perché armi vere, funzionanti e non correttamente modificate per renderle innocue, ha preoccupato gli operatori del settore i quali oggi denunciano la scarsa chiarezza della legge. Lo hanno dimostrato le interpretazioni date dai giudici di Roma e Velletri (divisi per competenza territoriale) per l'arresto dei quattro titolari e la denuncia di un quinto. In alcuni casi la custodia cautelare non è state nemmeno concessa, in altri sì ma ai domiciliari. Come a dire: Triunale che vai giustizia che trovi. «Non è un atto d'accusa contro la polizia o gli inquirenti - precisano dall'Associazione autori e tecnici effetti speciali di ripresa (Aiat Sfx) - ma un modo per sottolineare un vuoto normativo con la conseguenza che persone oneste, titolari di attività che si tramandano da generazioni, finiscono agli arresti». Per ottenere la fiammata dopo lo sparo, la caduta del bossolo e l'esplosione del proiettile successivo, sequenze che rendono una scena suggestiva e verosimile, nel cinema si devono usare armi vere, la cui meccanica cioè non sia stata alterata. E il nodo della vicenda è tutto qui: quali sono le tecniche da usare per rendere il pezzo inoffensivo ed evitare, in caso di errore, che una pallottola vera possa attraversare la canne ed arrivare a segno? La polizia amministrativa ha contestato ai cinque indgati che all'interno della canna delle armi non era stata inserita una spina d'acciaio saldata agli estremi, procedura che viene eseguita e certificata da un maestro armaiolo, ma era stata applicata alla bocca d'uscita della canna una vita a brugola con un piccolo foro sulla testa per consentire l'uscita della fiammata. L'Aiat ribatte. «Al momento non esistono disposizioni che specifichino le caratteristiche che le armi di uso scenico debbano possedere». E cita il decreto legislativo 204 dell'ottobre 2010 secondo il quale «per armi da fuoco per uso scenico s'intendono le armi alle quali, con semplici accorgimenti tecnici, venga occlusa parzialmente la canna al solo scopo di impedire che possa espellere il proiettile». Solo che la norma entrerà in vigore solo dal 1° luglio di quest'anno. Nel frattempo gli armaioli fanno così: quando trasformano un'arma da vera a scenica scrivono: «È modificata permanentemente per munizioni a salve», senza parlare di vite a brugola o di spina nella canna. Nel '95 la polizia fece il primo sequestro di armi sceniche, cinquemila pezzi, con l'arresto di due impresari. Il novembre scorso sono stati assolti «perché il fatto non costituisce reato».

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