Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La discarica rischia il collasso

default_image

  • a
  • a
  • a

Nonnasconde la preoccupazione il presidente della Bracciano Ambiente, Alessandro Baroni, nel riportare sul tavolo una serie di incognite relative al futuro della discarica di Bracciano, sito che serve ben 25 Comuni del comprensorio. All'origine della situazione di stallo, come anticipato, il provvedimento della Giunta regionale che, nel 2005, ha incluso Bracciano nella cosiddetta Zona di Protezione Speciale, entro la quale – in linea teorica – non sarebbe neppure contemplata l'apertura di discariche. Tutte le incongruenze del caso sono state più volte oggetto di dibattito tra la società che si occupa della gestione di Cupinoro e la Regione, l'ultima volta solo qualche settimana fa, alla Conferenza dei Servizi della Regione. «I problemi sono di duplice natura – fa il punto Baroni – Da un lato, la discarica di Cupinoro, rispetto ai conferimenti futuri, ha margini di autonomia limitati al prossimo dicembre: abbiamo bisogno di ampliare il sito. D'altro canto, c'è il danno economico: consapevoli che, col tempo, la discarica avrebbe richiesto la realizzazione dei nuovi impianti, ci siamo organizzati per tempo. Abbiamo quindi realizzato l'impianto di smaltimento del percolato, costo 1 milione 700 mila euro, un impianto di compostaggio, costo 15 milioni di euro, e ancora uno di preselezione del rifiuto, 15 milioni di euro, ma sono tutti fermi proprio perché, con gli attuali vincoli della Zps, potrebbero essere considerati non a norma. È ridicolo il fatto che dobbiamo rivolgerci ad altri siti, come quello di Pontinia per l'organico, e quindi pagare per smaltire rifiuti che potremmo trattare noi». Infine l'appello: «Le rassicurazioni della Regione non bastano più: si passi ai fatti, con una delibera di giunta ad hoc o, in alternativa, con una determina presidenziale si dispongano le deroghe necessarie altrimenti la situazione diventerà insostenibile». Eri.Del.

Dai blog