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"Le 41 assunzioni erano necessarie"

Raccolta rifiuti, mezzi dell'Ama in azione

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Le assunzioni erano necessarie. E i contratti andavano firmati anche in fretta. I 41 dipendenti dell'Ama, assunti a chiamata diretta nell'ottobre del 2008, servivano alla municipalizzata e avevano anche i requisiti che cercava l'azienda dei rifiuti. Lo ha spiegato ieri in tre ore di interrogatorio Franco Panzironi, amministratore delegato dell'Ama indagato per alcuni episodi di abuso d'ufficio e falso. Ma secondo lo stesso ad le assunzioni sono tutte regolari, all'insegna della trasparenza. Panzironi ha risposto a tutte le domande del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del sostituto procuratore Corrado Fasanelli, che indagano sulla presunta parentopoli all'Ama. L'indagato, assistito dagli avvocati Pasquale Bartolo e Mattia Lamarra, ha dichiarato che le 41 assunzioni per chiamata diretta, che la procura gli contesta perché fatte dall'Ama tra il 17 e il 20 ottobre del 2008 per evitare i severi paletti che avrebbe imposto la legge Brunetta entrata in vigore il 21, ha dichiarato che si trattava di nominativi che gli sono stati indicati.  «Molti dei nomi mi sono stati segnalati e molti li conoscevo, del resto per aver lavorato all'Unire e poi al Comune, non posso non conoscere tante persone. E quando sono entrato all'Ama, ho ricevuto decine di segnalazioni e raccomandazioni che ho girato all'ufficio del personale perché valutasse se ciascun soggetto potesse essere utile alla nostra causa o avesse determinati requisiti tali da poter essere scelto in base alle nostre esigenze aziendali». E ha aggiunto che le assunzioni avevano anche avuto il benestare dei sindacati. Per quanto riguarda invece la posizione di uno dei 41 assunti, cioè il genero di Panzironi, l'amministratore delegato ha affermato che quando il parente ha firmato il contratto non era ancora fidanzato con la figlia e, quindi, lui ancora non lo conosceva. «Quando è stato assunto non era mio genero perché mia figlia stava con un altro ragazzo. Soltanto dopo ho saputo di chi si trattava: mi disse che lavorava all'Ama. Lui e un altro, però, erano stati assunti perché indicati come due bravissimi tecnici informatici e l'Ama aveva bisogno di loro. Uno lavorava alla Sogei, un altro alla Ernst & Young e trattammo a lungo per una loro buona uscita». Non sono ancora finiti comunque gli interrogatori degli indagati. Nei prossimi giorni saranno ascoltati Sergio Bruno, rappresentante legale del Consorzio Elis, al quale è stato affidato il compito in maniera irregolare, secondo i pm, di selezione delle assunzioni, e di Ivano Spadoni, ex dirigente Ama, che ha già respinto le accuse.

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