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Il sindaco: serve una nuova legge

Gianni Alemanno

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Ci vuole una nuova legge. «Sui rifugiati politici serve una norma, magari un decreto legge, vista l'urgenza che arriva dal Nordafrica che fornisca un percorso chiaro». A chiederlo è il sindaco Gianni Alemanno, che l'ha dichiarato a margine di una conferenza sul federalismo organizzata in Campidoglio dalla Uil Fpl. Secondo il primo cittadino, «oltre i primi 60 giorni, non c'è un percorso chiaro che indichi come perseguire questa integrazione e come verificare che l'etichetta di rifugiato non nasconda persone che vivono nell'illegalità non rispettando le regole». Le nuove norme, per Alemanno, dovrebbero permettere l'integrazione senza «scaricare sui Comuni la responsabilità dell'azione umanitaria». E, per quanto riguarda il caso di via dei Villini, Roma Capitale provvederà, per motivi di sicurezza e per il grave pericolo di una nuova occupazione dell'immobile, alla messa in sicurezza dello stabile che sarà interamente murato. L'intervento avverrà d'intesa con il questore Francesco Tagliente, e con il nullaosta dell'ambasciata somala. La sede diplomatica, spiegano in Campidoglio, «ha dichiarato la propria attuale impossibilità a gestire e mantenere in sicurezza la sede che, quindi, ha bisogno di un intervento di emergenza». Venerdì, inoltre, si terrà il tavolo chiesto dal sindaco per affrontare «la problematica inerente la questione dei rifugiati somali». L'incontro si svolgerà al Ministero degli Esteri e vi prenderà parte anche il prefetto Giuseppe Pecoraro». Le dichiarazioni di Alemanno, come al solito, hanno generato polemiche. «Sgomberare, cacciare, abbandonare alla clandestinità sociale. Queste le parole d'ordine di Alemanno, nel caso dei nomadi, come nella vicenda dell'ambasciata somala», osserva il consigliere provinciale del Pd Paolo Bianchini «È vero che non esiste una normativa specifica sui rifugiati politici - sottolinea il capogruppo di Sinistra e Libertà alla Regione Luigi Nieri - Ma è vero anche che il nostro ordinamento ha recepito la Convenzione di Ginevra, e che l'articolo 10 della Costituzione riconosce lo status di rifugiato politico». Mau. Gal.

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