Le commissioni sono troppe Ma nessuno rifiuta la poltrona
Il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese ha insediato ieri le quattro commissioni speciali. Ieri i nuovi organi della Pisana si sono riuniti per la prima volta per eleggere i presidenti e i vicepresidenti. L'opposizione alla fine ha intascato due poltrone: la presidenza della commissione «Federalismo fiscale e Roma Capitale» con Marco Di Stefano (vice il Pdl De Romanis) e quella di «Sicurezza e integrazione sociale, lotta alla criminalità» con Filiberto Zaratti di Sel (vice Palmieri della Lista Polverini e Paris del Misto). Luigi Abate (Lista Polverini) è stato eletto presidente della commissione «Sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro» (vice la Pdl Cetrone e l'Udc Sbardella), mentre il Pdl Romolo Del Balzo guiderà «Giochi olimpici 2020 e grandi eventi» con vice il Pd Foschi e l'Udc Carducci. Non sono mancate le polemiche. All'elezione di Del Balzo (si attende ancora il parere del ministero dell'Interno sulla sua permanenza in Consiglio) non hanno partecipato i tre esponenti dell'opposizione Mei (Api), Foschi (Pd) e Bonelli (Verdi). Della commissione avrebbe dovuto far parte anche Pascucci (Mpa), ma poiché aveva già detto che non avrebbe mai votato Del Balzo, è stato sostituito dal capogruppo della Lista Polverini Brozzi. Il capogruppo de La Destra Storace non usa giri di parole: «La vicenda Del Balzo è stata gestita malissimo». E anche il capogruppo del Pd Montino esprime «forti perplessità». Polemico anche Celli (Lista Bonino) che dopo essere stato eletto vicepresidente della commissione «Federalismo fiscale e Roma Capitale» si è subito dimesso «perché considero superflue le commissioni speciali, in quanto le loro funzioni possono essere integrate nelle attuali commissioni permanenti. Si tratta di un'operazione costosa, inutile e consociativa». «Con la formazione delle quattro commissioni speciali è stato attuato l'articolo 1 delle disposizioni collegate all'assestamento di bilancio - dice Irmici - Ora bisogna abolire la presenza dei monogruppi e diminuire il numero delle commissioni permanenti». «Siamo pronti alla riforma e alla riduzione complessiva delle commissioni, a iniziare da quelle ordinarie le cui competenze possono essere accorpate. Credo che si possa dimezzarle. Occorrerebbe uguale orientamento da parte della maggioranza», dice Montino.