Il francescano della Pisana: "Senza poltrone sto benissimo"
Sulla carta è un semplice consigliere regionale del Pdl. Ma potrebbe riuscire a sconfessare niente meno che Giulio Andreotti. O meglio, la massima secondo cui «il potere logora chi non ce l'ha». Vestito grigio chiaro (o nero), bretelle, cravatta azzurra e borsa di pelle. Antonio Cicchetti è stato (in proporzione ai voti della circoscrizione) il più votato d'Italia alle ultime Regionali ma è l'unico esponente del Pdl laziale senza incarichi. Sì, Cicchetti, già sindaco di Rieti, non ha nemmeno uno strapuntino in qualche società, un'auto blu da usare quando serve, un paio di segretarie che regalano sorrisi. «Sto benissimo anche senza poltrone e senza soldi aggiuntivi al mio stipendio già rilevante - dice - Consiglio di farlo anche agli altri». Andiamo con ordine. Alla Pisana aumentano le Commissioni e le poltrone, lui se ne tiene alla larga. I quattro organismi consiliari, in piedi da pochi giorni, valgono altri 12 incarichi. In tutto sono un presidente e due vice per ogni Commissione, che portano a casa, rispettivamente, 1.800 e 800 euro al mese che si aggiungono allo stipendio base di 8 mila euro netti. Soltanto tre consiglieri regionali sono rimasti senza incarichi: Rocco Berardo (Lista Bonino), Angelo Miele (Lista Polverini) e, appunto, Antonio Cicchetti (Pdl). Il caso di quest'ultimo è quello più emblematico. Non solo perché Cicchetti, ex capogruppo di An nel Lazio, ha preso un mare di voti ma anche perché è stato per due mesi assessore a Cultura e Istruzione prima di essere sacrificato dalla governatrice Polverini sull'altare della realpolitik (ovvero l'intesa con l'Udc e l'entrata in giunta di due esponenti centristi). «Dipende da me - spiega subito il consigliere - soltanto da me. Ho chiarito mesi fa che non avrei accettato risarcimenti danni dopo essere stato cacciato dalla Giunta». Ma almeno un incarico in Commissione poteva conquistarlo, no? «Non ne ho mai avuto intenzione - chiarisce - Spesso mi hanno offerto posti ma ho sempre rifiutato. Mi interessava soltanto rappresentare la mia città in Giunta ma capisco che la politica è fatta anche di rinunce». Ma è poi così brutto per un politico non avere tante poltrone? «Guardi si vive benissimo anche senza, qualcuno che ne ha troppe potrebbe fare la prova. Io mi sento bene, non devo mercanteggiare nulla, lavoro solo per gli interessi del Lazio. Le sembra poco?».