I tassisti non vogliono l’aumento delle tariffe
Tra i tassisti si apre il fronte del «no» ai rincari delle tariffe. In molti pensano che aumentare i prezzi sia un errore. Il motivo è semplice: «Porterà la clientela a preferire sempre di più altri mezzi di trasporto pubblico». Basta fare un giro nelle piazzole di sosta per capire l'aria che tira. A piazzale Giulio Douhet, a poca distanza dall'Eur, i tassisti sono spaccati a metà. La sentenza del Tar del Lazio di due giorni fa che ha sospeso i rialzi alle tariffe dei taxi fa discutere. Molti autisti sono contrari ai ritocchi previsti dal Campidoglio e pensano che «non sarà certo un provvedimento di questo tipo ad aiutare la categoria a combattere la crisi». «Io sono contro gli aumenti alle tariffe - si sfoga Stefano, da tre anni in possesso della licenza - Penso invece sia giusto andare incontro al consumatore. Ci sarebbe solo bisogno di far rispettare le regole» aggiunge, riferendosi ai «migliaia di Ncc provenienti da altri comuni che abusivamente lavorano a Roma e all'aeroporto». Diego la pensa allo stesso modo. Fa il tassista da un anno e non è affatto convinto che l'aumento delle tariffe risolva i problemi: «Non è aumentando i prezzi delle corse che risolveremo la crisi. C'è bisogno di contrastare gli abusivi che ci rubano il lavoro. Poi ci sono i pullman turistici aumentati a dismisura che ci sottraggono le corse». Anche Emiliano è sicuro che «senza gli Ncc non autorizzati si lavorerebbe meglio. A volte sono costretto a rimanere fermo ore all'aeroporto prima di prendere un'altra corsa. Aumentare i prezzi non servirebbe a niente». Franco fa il tassista da 32 anni. Anche per lui il rincaro delle tariffe «non è la soluzione giusta. Ci sono molti problemi da risolvere. Ad esempio, un modo per contrastare il traffico. Penso alla realizzazione di corsie preferenziali che ci farebbero lavorare meglio». Su una cosa sono tutti d'accordo: «Dovremmo essere maggiormente tutelati - denunciano in coro i tassisti contrari ai rincari – A noi tocca rispettare le regole, altrimenti siamo multati. Per altri, però, questo ragionamento non vale. Lavoriamo sempre di più su piccole tratte. Anche gli alberghi ci chiamano meno. Sono molti i portieri che preferiscono chiamare gli Ncc. Chissà perché...». Tra i conducenti delle auto bianche, però, c'è anche chi sostiene che «un adeguamento alle tariffe sia giusto. Anche perché non avveniva da anni». «Tutto costa di più. La benzina, le assicurazioni. Perché i nostri prezzi dovrebbero rimanere sempre gli stessi?», si domandano alcuni autisti. Per Paolo, che questo mestiere lo fa da decenni, «l'aumento è doveroso. Basta che non sia indiscriminato, ma sia stabilito in base alle spese più alte che la categoria deve affrontare». C'è chi chiede «la defiscalizzazione» o «uno stipendio da duemila euro al mese» come soluzione dei problemi. E c'è chi la crisi l'ha pagata fisicamente: «Con questo lavoro ho perso diciassette chili e una moglie - racconta Mario - Prima avevo una buona posizione e un contratto a tempo indeterminato. Se dovessi tornare indietro, non lo rifarei».