Non solo «macchinette»

Ilfuturo dei distributori automatici potrebbe essere quello di mezzi di propaganda sociale. Proprio così. Le ormai celebri «macchinette», immancabili negli uffici di tutta Italia, tanto che la loro diffusione raggiunge quota 2 milioni per un totale di circa 295 milioni di consumatori che se ne servono ogni giorno, potrebbero essere protagoniste di pubblicità sociali e finanziare con parte del loro ricavato progetti ed iniziative dello stesso carattere. Se ne è parlato alla due giorni di un convegno sul «Vending responsabile per un'Alimentazione Consapevole», promosso dall'Associazione Culturale Giuseppe Rossetti e da Confida (Associazione italiana Distribuzione Automatica). Partendo da una premessa: il settore della distribuzione automatica, in particolare di alimenti e bevande (caffè al primo posto dei consumi seguito da cioccolata calda), è oggi uno dei canali distributivi più diffusi sul territorio, con un distributore ogni 29 abitanti, e uno dei settori più vicini alla persona. Un comparto, dunque, che si fa fatica ad interpretare per la sola sua valenza economica. Per questo, il risvolto sociale. «Una volta a Napoli c'era l'usanza di lasciare un caffè pagato a chi non poteva permetterselo – spiega Claudio Giustozzi, Segretario nazionale dell'Associazione Rossetti – noi vogliamo in un certo senso riprendere questa antica pratica e organizzare una serie di iniziative sociali la cui pubblicità venga diffusa tramite le macchinette. Utilizzarle vale a dire per diffondere campagne di sensibilizzazione rispetto al problema, ad esempio, delle droghe, dell'alcool, delle obesità». Prima campagna potrebbe essere quella sulle malattie rare.