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La squadra è fatta

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Roma, veduta dall'alto

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«Ci mettiamo pancia a terra» dice il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti sottolineando l'impegno di Palazzo Valentini a portare avanti la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020. Per la governatrice del Lazio, Renata Polverini, da sempre in prima linea per portare i Giochi nella Capitale, invece «serve un po' di fortuna ma è anche vero che la fortuna va accompagnata». Poi, sul palco Gianni Letta legge in diretta un sms che informa come l'Istat abbia certificato l'aumento della produzione in Italia, un segnale di ripresa che fa ben sperare per i progetti del Piano Strategico di Sviluppo. Il clima dentro e fuori il palazzo dei Congressi, nella giornata conclusiva degli Stati Generali è pieno di ottimismo. La quadra sui comitati che dovranno «spingere» sulla candidatura della Capitale è stata trovata. Manca il nome della vicepresidenza in quota opposizione, è vero. Ma tutti sono convinti ormai che la valigia per partire verso la grande avventura è pronta. L'attesa è per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e per il ministro Giulio Tremonti. Il primo arriva puntuale, sorride, stringe le mani e poi sale sul palco. Il microfono acceso. Ma evidentemente qualcosa non va perché in fondo alla sala e nei monitor esterni, l'audio si abbassa improvvisamente. «L'effetto pesce» dura per un po'. Qualcosa, tutto sommato, si capisce. Il premier si dilunga un pochino rispetto a quel timer rosso che segna lo scorrere del tempo. «Mi hanno detto di continuare ancora un po'», ammette. Sul palco sale di nuovo Alemanno, nonostante avesse già dato il caloroso commiato all'assemblea. Riprende la parola su Roma, il Piano Strategico di Sviluppo ed entra nel dettaglio del secondo Polo turistico. Dopo qualche minuto ci si inizia a chiedere come mai il sindaco abbia ripreso l'intervento. Il mistero è presto svelato: si aspetta Tremonti. Poi il contrordine: nei corridoi si vocifera che il minsistro non viene più. Ecco allora che parte l'Inno di Mameli che conclude ufficialmente i lavori. Quando, all'improvviso, compare sul palco proprio Tremonti. Si ricomincia di nuovo. Per poco però. Qualche minuto e poi, stavolta, si fa sul serio: si spengono le luci e i tecnici cominciano a smontare il palco. Momenti di ordinaria diretta, nella giornata conclusiva degli Stati Generali di Roma. Alemanno tira un sospiro di sollievo. Il risultato più bello comunque lo ha portato a casa: tutti tifano per la Capitale olimpica. La macchina che serve per attrarre 22 miliardi di euro di investimenti è partita. Ora può tornare a fare il sindaco e lo fa da subito, incontrando i rappresentanti del movimento per il Bene Comune che avevano protestato poco prima. Si riparla di emergenza abitativa. Si torna tra la gente che forse non sa, o sottovaluta, che le nuove case che servono così come le metropolitane e le nuove infrastrutture passano proprio per la due giorni degli Stati Generali appena conclusi all'Eur.

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