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Banda del buco al Gemelli

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Pineta Sacchetti A casa di uno dei tre la cassaforte per simulare i colpi

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.I tre balordi romani l'avevano studiata bene e si erano pure esercitati: a casa del presunto leader del gruppo i poliziotti hanno trovato una cassaforte dove i tre si esercitavano a scassinare e nel più breve tempo possibile. Una situazione che ricorda «I soliti ignoti», film del '58 dove Totò faceva il ladro maestro di una gang di ladri del dopoguerra. A rovinare la festa ai tre - i fratelli Grosso, R. di 39 anni, Gerardo di 49 e la presunta "mente" del sodalizio, Valter Mancini, 45 anni - è stato un poliziotto del Commissariato di Tivoli che si trovava al policlinico Gemelli perché era ricoverato un suo parente. Una decina di giorni fa l'agente era in fila allo sportello del Centro unico prenotazione quando si è visto passare davanti uno dei tre vestito da operaio. Avvisato il Commissariato, il dirigente Alberto Luzi ha subito messo al lavoro i poliziotti della squadra investigativa. Vestito da autista dell'Atac, R. faceva il "palo" fuori dall'ospedale per segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine, mentre gli altri due - Gerardo e Valter – per non destarre sospetti, camuffati da operai erano riusciti a entrare nella struttura e ad aprire un varco nel controsoffitto e nell'impianto di areazione dell'ufficio attiguo a quello dov'era il retro del bancomat. Con loro avevano anche la valigetta porta attrezzi con cacciaviti, martelli e scalpelli avvolti con nylon per attutire il rumore dei colpi. Il primo è stato denunciato, gli altri due arrestati nell'hall dell'ospedale. Le altre sorprese sono arrivate dalle perquisizioni domiciliari: all'Aurelio dei fratelli, a Primavalle di Valter. A casa di quest'ultimo sono stati sequestrati mototroncatore, cesoie e frullino trafugati da un mezzo dei vigili del fuoco parcheggiato all'ospedale San Camillo e la cassaforte-scuola.

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