Dopo lo stalking la beffa
Si innamorò di una dottoressa che lo curò in ospedale. . Il medico non si sarebbe mai aspettato che da quel giorno sarebbe cominciato un incubo: l'uomo l'ha perseguitata per nove anni. Riuscì a farlo condannare per stalking a un anno di carcere. Ma neanche questo è servito a nulla. Anzi. La pena in appello è stata annullata e adesso l'uomo chiederà anche i danni per ingiusta detenzione. L'uomo fu condannato con rito abbreviato dal gup perché accusato di aver molestato la dottoressa conosciuta al pronto soccorso del Cto. Ma il 26 gennaio scorso la Corte d'appello l'ha assolto per «per difetto di rituale querela perché redatta e sottoscritta dai soli difensori della parte offesa e perché il conferimento di procura speciale è priva di data e luogo di conferimento». I giudici di secondo grado hanno inoltre stabilito che «la giurisprudenza di legittimità ha evidenziato anche la sussistenza del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione». Un'azione che l'avvocato Raffaella Monaldi, difensore del paziente, ha già avviato. La vicenda iniziò nel 1999, quando, dopo l'incontro in ospedale, cominciò lo stalking di A.S. nei confronti della dottoressa, che proseguì fino al 2006. Poi, dopo un silenzio di tre anni, il 15 settembre 2009, ricominciò ad assillare la donna con lettere, telefonate, minacce e costosissimi regali, mai accettati e sempre rimandati al mittente dalla dottoressa. Tra questi, anche doni e una lettera con allegato un assegno da 20 mila euro, «in ricordo dai cinque minuti trascorsi insieme al pronto soccorso, che sono gli attimi più belli della mia vita». Insomma, oltre al danno la beffa per la dottoressa del Cto: l'uomo è libero e senza guai con la giustizia.