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Studentessa stuprata a Trinità dei Monti

Studentessa spagnola violentata a Trinità de' Monti

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Al citofono piange: «Non ho niente da dire». Una studentessa spagnola di 23 anni è l'ultima vittima di violenza sessuale. È la seconda, in pochi giorni, avvenuta nel cuore di Roma: l'ultima sotto Trinità dei Monti, a piazza di Spagna. Gli investigatori della polizia hanno fatto una prima ricostruzione dei fatti. L'altra notte, intorno all'una, in via di San Sebastianello, con una scusa è stata avvicinata da due ragazzi italiani, forse uno di colore, sui trent'anni di età. Sotto la minaccia di un coltello, è stata portata dietro le auto parcheggiate nei pressi del consolato della Colombia, e mentre uno puntava l'arma, l'altro l'ha violentata. Poi i due si sono dileguati. La ragazza ha telefonato al fidanzato e assieme sono andati all'ospedale Vannini. La struttura è distante, fuori mano, a Tor Pignattara, in un quadrante della città che nemmeno confina col centro storico. Qui la giovane spagnola ha riferito di aver subito lo stupro ma non è certo se i sanitari l'abbiano sottoposta a visita. Il referto medico parla di «riferita violenza». Appresa la notizia di reato, però, i medici hanno chiamato la polizia e l'esame sarebbe stato effettuato in un altro ospedale, al San Giovanni, dove esiste un servizio di assistenza psicologica per le vittime di violenza. Ieri mattina la polizia è tornata in via di San Sebastianello. Ha spostato le vetture in sosta, ha cercato tracce biologiche della presunta violenza, il dna dei due aggressori. La Scientifica ha controllato passo passo l'asfalto che scende fino a piazza di Spagna, passando al setaccio anche parte della superficie di piazza Trinità dei Monti. Inoltre gli investigatori sperano che un contributo alle indagini possano fornirlo le immagini registrate dalla selva di telecamere installate attorno al punto dello stupro. Dopo, infatti, i due si sono allontanati dall'area e probabilmente sono passati sotto uno degli obiettivi. La ragazza invece è ancora sotto choc. Si trova a Roma per un progetto di studio.   Vive a San Giovanni, in un residence per studenti fuorisede all'interno di un palazzo d'epoca. Al cancello, due cartelli avvertono che il condominio è videosorvegliato. Dal cortile interno ornato di piante si sale fino al piano superiore dove ci sono gli appartamenti. La ragazza non vuole parlare dell'incubo, è ancora scossa, piange. Alla polizia ha raccontato quello che ha potuto, ha cercato di rivedere i volti di quei due che nella notte l'hanno strattonata costringedola a subire le voglie di uno dei due. La polizia sta eseguendo accertamenti anche nella banca dati delle persone con precedenti penali. Da manuale, al reato più grave si arriva dopo aver commesso quello minore dello stesso genere. Nella casistica, chi si è macchiato di stupro, atto grave contro la persona, si è visto che in precedenza è stato responsabile di rapine, agguati violenti per impossessarsi di quello che di prezioso le vittime avevano addosso. E forse i due rientrano in questa lista.  

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