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I Promessi Sposi «pirandelliani» di Giovanni Testori

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Èl'inizio del testo metateatrale «I promessi sposi alla prova», che Giovanni Testori elabora nel 1984 per trasformare il noto romanzo in uno "specchio" in cui riflettere i suoi "anni tribolatissimi". Ecco allora che lo spettacolo del regista Federico Tiezzi, proposto all'India da stasera al 6 marzo, intende assecondare l'esigenza dell'autore, fornendo una «lezione e un monito» perché «I Promessi Sposi» sono «il romanzo della storia, e il popolo incarna questa storia nella libertà più assoluta». In una struttura pirandelliana simile a quella dei «Sei personaggi in cerca d'autore», si svolge così la prova di una "commedia da fare", in cui ai temi di riflessione sul teatro e sui suoi modi comunicativi, si mescolano i grandi motivi manzoniani della pietà, della grazia, del male e della morte, della Provvidenza e della salvezza. Don Abbondio, Renzo, Lucia, fra Cristoforo, l'Innominato, don Rodrigo tornano a noi attraverso il corpo e la voce dei protagonisti della "prova" in un mescolamento di azioni e di ruoli di grande vivacità teatrale. La lettura registica affronta qui insieme Testori e Manzoni, due scrittori che hanno cercato lo stretto rapporto fra il linguaggio e la sua materia, al fine di dire anche una parola non retorica, ma che parta dal basso, dagli umili, dai diseredati, da coloro che identificano la vita con il rispetto del prossimo, del mondo e della storia. Sandro Lombardi interpreta il capocomico, mentre l'attore che fa Renzo è Francesco Colella, l'attrice che fa Lucia è Debora Zuin, Agnese è Marion D'Amburgo, Perpetua è Caterina Simonelli, Egidio è Alessandro Schiavo, don Rodrigo è Massimo Verdastro e l'attrice che recita Gertrude è affidata a Iaia Forte con scene di Pier Paolo Bisleri, costumi di Giovanna Buzzi e luci di Gianni Pollini. T.D.M.

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