Chi accusa il sindaco ieri rifiutava le critiche
Le parole sono importanti. E ancora più importante è la memoria delle parole. Eppure i nostri uomini politici sembrano non tenere conto di questi due principi. Oggi la sinistra si scaglia contro l'amministrazione Alemanno, sostenendo che non garantisce la sicurezza dei romani. Ieri respingeva sdegnosamente, bollandole come becera e insensata strumentalizzazione, le critiche della destra. Pomo della discordia, le violenze sessuali ai danni delle donne all'indomani dell'ultimo stupro avvenuto nel «salotto buono» della metropoli. «La Capitale sta diventando un autentico Far West, con i cittadini e i turisti che ormai sono terrorizzati», è il fosco quadro dipinto dal capogruppo dell'Api alla Regione Mario Mei. Il suo «collega» del Pd in Campidoglio Umberto Marroni punta l'indice contro «il fallimento delle politiche sulla sicurezza da parte della giunta Alemanno», colpevole di non aver adottato «provvedimenti idonei a prevenire le violenze sul territorio». Violenze, continua Marroni, «che sono progressivamente aumentate in tutta la città». Per l'ex vicesindaco di Veltroni, Maria Pia Garavaglia, «evidentemente a Roma, nel cuore di Roma, la situazione non è sotto controllo». Da loro sembra prendere le distanze il senatore Pd Raffaele Ranucci. «A differenza di quanto nel passato ha fatto Alemanno, noi non intendiamo certo speculare sul problema della sicurezza», premette. È, però, un miraggio di breve durata. «Ma è un dato di fatto - aggiunge Ranucci - che Roma stia diventando una città meno sicura per le donne». E ancora. Secondo Ileana Argentin, sempre Pd, «l'aumento di queste aggressioni vigliacche a donne inermi dimostra come nulla sia stato fatto sul tema della sicurezza e come, invece, si sia perso solo del tempo». Il vicesegreatio del Pd romano Valentina Grippo, infine, afferma addirittura che «Alemanno ha reso Roma meno sicura». Ora torniamo indietro di due anni e mezzo. È la primavera del 2008. Pdl e Pdl si affrontano per conquistare il colle dell'amministrazione comunale. In seguito a una serie di stupri, alcuni anche con conseguenze fatali, il centrodestra e il candidato sindaco Alemanno attaccano duramente la politica «buonista» di Walter Veltroni. Il rivale dell'attuale primo cittadino, Francesco Rutelli, replica disgustato: «Niente polemiche, per favore. Propaganda e strumentalizzazioni non aiutano la lotta al crimine». Quando si verifica un episodio del genere, continua, «nessuno accusa il sindaco, penso che si debba avere più rispetto per le vittime». Gli fa eco il governatore Piero Marrazzo: «Non si usi il tema della sicurezza per speculazioni elettorali!» E Giuseppe Giulietti, dell'Idv, trova «ignobile che gli stupri continuino ad essere usati a fini elettorali». Gli anni passano. I ricordi sbiadiscono. Oggi Rutelli, quello «disgustato», attacca: «A tre anni di distanza dalle elezioni, il fallimento totale di Alemanno sulla sicurezza è sotto gli occhi di tutti. Il sindaco ha ingannato i romani sulla sicurezza. È una vera e propria nemesi». D'altra parte, anche se è difficile fare un bilancio preciso e biunivoco, sia Veltroni sia Alemanno hanno avuto la loro «dose» di violenze sessuali. Tanto per fare qualche esempio, durante il governo del primo c'è stato il caso di Giovanna Reggiani (violentata e uccisa a Tor Di Quinto (ottobre 2007), lo stupro della studentessa a La Storta (durante la campagna elettorale dell'aprile 2008), e la doppia aggressione sessuale a due donne a Villa Borghese (aprile 2001). Ad Alemanno sono «toccate» le violenze ai due turisti olandesi seviziati alla periferia della città (dicembre 2008) e quella alla minorenne alla Caffarella nel giorno di San Valentino del 2009. Bisogna sottolineare, poi, che che l'80% degli stupri avvengono tra le pareti domestiche. E del 20% restante, solo il 10% è commesso da stranieri. Nel caso specifico, inoltre, e a differenza di quanto avvenuto a Villa Borghese tre giorni prima, sembra che i responsabili siano italiani e non immigrati. E il «teatro del delitto» non è un luogo abbandonato e «degradato», come si dice, ma un angolo di città vicino alla centralissima Piazza di Spagna. E allora? Allora, fermo restando che le condizioni di sicurezza e di vivibilità di una città dipendono anche dal modo in cui è amministrata, né la destra nè la sinistra sono riuscite a «difendere» le vittime. Semplicemente perché non potevano. Accusare Veltroni e Alemanno è tanto «italiano» quanto puerile. Non sempre, quando piove, il governo è ladro.