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L'opposizione compatta chiede le dimissioni dell'ad

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Ilcentrosinistra è unanime nel chiedere le dimissioni dell'amministratore delegato dell'Ama, e fedelissimo del sindaco Alemanno, Franco Panzironi. «Con l'avviso di garanzia all'Ad di Ama Franco Panzironi, si è aperto anche il capitolo giudiziario su una delle pagine più oscure dell'amministrazione Capitolina - commenta il capogruppo Pd in Comune, Umberto Marroni - . Abbiamo chiesto e ottenuto le dimissioni degli assessori che a vario titolo si erano resi protagonisti delle vicende di "mala gestione" delle aziende capitoline. Oggi, lungi da noi l'ipotesi di emettere verdetti preventivi - conclude Marroni - riteniamo però opportuno e doveroso come già avvenuto per l'Amministratore delegato di Atac che il sindaco sollecitamente dia corso alla rimozione dagli incarichi dell'Ad di Ama». Stessa linea espressa anche dal capogruppo in Regione del Pd, Esterino Montino e dal segretario romano, Marco Miccoli. A parlare poi è anche l'ex assessore al Bilancio nella giunta Veltroni, il deputato Pd, Marco Causi: «Siamo garantisti, e quindi aspettiamo che le indagini della magistratura sull'Ad di Ama, Franco Panzironi, facciano il loro corso. Ma su parentopoli e le oltre 4000 assunzioni a chiamata diretta e a tempo indeterminato avvenute nelle aziende comunali durante la gestione Alemanno la responsabilità politica del sindaco è evidente. Come è evidente il danno alle casse comunali, che si aggira su circa 70 milioni di euro. Chiediamo perciò che il sindaco, invece di continuare a minimizzare la vicenda - dice Causi - ammetta finalmente che si tratta di uno scandalo nazionale di prima grandezza, su cui, per questo motivo, sta indagando anche la magistratura». Scende sul piede di guerra la Cgil. «Comunque si concluda l'inchiesta emerge un quadro finanziario ed economico preoccupante ed un evidente danno all'immagine dell'Azienda e dei suoi lavoratori - sostiene Carlo Podda Segretario FP CGIL di Roma e Lazio - .L'Azienda e l'amministrazione comunale aprano finalmente il negoziato che da tempo richiediamo per valutare condizioni attuali e prospettive di efficientamento e risanamento di un'azienda che è pubblica e che tale deve rimanere. Dalla prossima settimana faremo assemblee in ogni posto di lavoro per informare i lavoratori sugli sviluppi della situazione e, in mancanza di risposte, far partire la mobilitazione per salvare l'Ama da un disastro gestionale che appare ormai certo».

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