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Tor Bella Monaca Il futuro in 7 anni

Le torri di Tor Bella Monaca

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Il futuro di Tor Bella Monaca è cominciato con la delibera 2402 approvata ieri dalla giunta capitolina. È questa infatti la prima pietra per l'avvio della demolizione e ricostruzione delle torri di Tor Bella Monaca, simbolo di una periferia degradata nella forma e nella sostanza. La delibera consente da una parte la redazione tecnica del programma di riqualificazione da parte degli uffici, dall'altra di avviare l'iter per l'adozione della variante urbanistica al piano di zona che prevede l'aumento dei diritti edificatori. Parte così la procedura amministrativa che porterà entro la fine dell'anno o al massimo nei primi mesi del 2012 all'avvio dei lavori per la realizzazione delle nuove case. L'intero progetto sarà completato entro sette anni. Il piano e le varie fasi procedurali è stato presentato dal sindaco Alemanno, dagli assessori all'Urbanistica e alle Periferie, Marco Corsini e Fabrizio Ghera, e dal presidente dell'VIII Municipio, Massimiliano Lorenzotti. «Abbiamo lanciato l'idea di riqualificare Tor Bella Monaca attraverso un'opera di demolizione e ricostruzione questa estate - ricorda Alemanno - Dopo sei mesi siamo già alla prima fase operativa. Un risultato importante che dimostra come quella di Tor Bella Monaca non era un'utopia fine a se stessa». La variante urbanistica proposta dalla giunta consente di aumentare la capacità edificatoria del primo lotto del quartiere, portandola da 62mila metri quadrati di Sul (superficie utile lorda) a circa 185mila metri quadrati. «Tramite la cessione di cubatura premiale - spiega Corsini - l'intervento potrà essere finanziato completamente dai privati per un importo stimato di circa 350 milioni di euro, che ripianeranno l'investimento tramite la costruzione di nuovi alloggi da vendere o affittare». Si parte quindi dal primo lotto, cioè quattro torri per un totale di mille residenti. «A conclusione dell'operazione il quartiere si estenderà su una superficie di 96,7 ettari, un 20% in più rispetto agli attuali 77,7 ettari - continua Corsini - le cubature complessive, invece, passeranno dalle attuali 228mila a 678mila. Circa 450 mila cubature premiali». La delibera passerà all'esame dell'Assemblea capitolina, che potrà modificarla attraverso emendamenti e si terrà conto anche del risultato del «referendum» dei residenti che potranno esprimere la propria opinione sia nell'infopoint che aprirà sul territorio sia attraverso il sito www.progettomillenium.com. Successivamente sarà bandita una gara d'appalto internazionale per l'affidamento della ricostruzione del primo lotto del quartiere. A mettere l'accento sull'importanza della prima opera di demolizione e ricostruzione di residenze in Italia, e forse anche in Europa, è l'assessore Ghera: «È un passo importante che concretizza il concetto di riqualificazione urbanistica portato avanti dal centrodestra per tanti anni. Con la demolizione e la ricostruzione infatti non solo i residenti rimarranno nella stessa zona ma si evita anche ulteriore erosione di territorio. Importante ribadire che prima saranno costruite le nuove case e poi saranno demolite quelle esistenti, in modo tale da non lasciare i cittadini senza alloggi. Le nuove case, come prevede il progetto preliminare di Leon Krier, saranno alte quattro o cinque piani». Critica l'opposizione ma se il Pd con il segretario romano Miccoli parla del solito spot di Alemanno e i Verdi con Bonelli di «un regalo ai costruttori», il capogruppo Udc in Comune, Onorato, suggerisce al sindaco «di non agire in solitaria».

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