Sono editori piccoli ma con grandi problemi
ARoma, come nel resto d'Italia. «Il più evidente è entrare in una libreria ed essere messi in un posto visibile - spiega Stefania Baldazzi della romanissima Iacobelli Editore che ha fatto centro con il libro-cult dei nottambuli "L'Agenda della notte a Roma" - Anche perché non ci sono più i librai di una volta che sapevano consigliare i clienti». E poi i piccoli editori devono vedersela con i megastore, le librerie di catena che fanno quello che vogliono per attirare i clienti. «A suon di promozioni e sconti selvaggi anche perché manca una legislazione in merito» dice Daniela Di Sora fondatrice di Voland, la raffinata casa editrice romana specializzata in autori dell'Europa dell'Est e arcinota perché pubblica Amèlie Nothomb. «Una proposta di legge è ferma in Senato - prosegue Di Sora - e stabilisce un tetto massimo di sconto al 15%. Ed è comunque tanto se si pensa che in Germania e Spagna gli sconti sui libri sono proibiti». Strategie per vendere di più? «È già un miracolo riuscire ad avere recensioni sui giornali - spiega Baldazzi della Iacobelli - Più facile che appaiano sui siti on line che sono comunque più specializzati. La nostra filosofia è sempre quella di continuare a pubblicare ciò che ci piace. Ci stiamo un po' romanizzando. Dopo l'agenda della Roma di notte che è piaciuta molto perché per scriverla siamo andati in incognito nei locali, ora stiamo per uscire con una guida romanzata del cimitero acattolico alla Piramide Cestia. E poi stiamo puntando sulla narrativa che racconta però cose realmente accadute». La Voland, invece, sperimenta la vendità in loco. «Sul modello francese - spiega Di Sora - Infatti la nostra redazione ha le vetrine sulla strada come alcune case editrici parigine. Così i clienti possono entrare, scegliere nei cataloghi e comprare. Ma certo non è questo che risolve il problema. Piuttosto la vitalità e peculiarità delle proposte, tutto ciò che fa la differenza». Le librerie indipendenti restano comunque importanti nelle periferie? «Non direi. In molti quartieri periferici è difficile trovarne una. E poi i megastore, anche lì, sono piuttosto agguerriti. Grazie al franchising. Il nostro obiettivo è stare contemporaneamente nelle catene e nelle indipendenti». L'identikit del cliente romano? «È un animale strano che ama spostarsi e gravita soprattutto in centro» conclude Di Sora. In questa specie di giungla come convogliare i potenziali lettori all'acquisto di libri che non siano i soliti best sellers superpubblicizzati? Baldazzi: «Al grido di cercateci, è difficile trovarci ma ci siamo».