La Polverini salva 150 case per anziani

Centocinquanta case di riposo del Lazio sono salve. Le strutture socio-assistenziali rischiavano di dover chiudere entro lo scorso 10 febbraio a causa della mancanza di alcuni requisiti, ma potranno restare aperte grazie a un'apposita delibera varata dalla giunta Polverini. La governatrice ha illustrato ieri i contenuti del provvedimento parlando agli operatori del sistema socio-sanitario riuniti nell'istituto delle Figlie della Carità di San Vincenzo. La delibera, hanno spiegato la Polverini e l'assessore regionale alle Politiche Sociali Aldo Forte, agisce sui parametri fissati da una legge regionale del 2003, in base ai quali entro il 10 febbraio avrebbero dovuto chiudere numerosi istituti perché impossibilitati, «spesso per motivi di adeguamento strutturale», a mettersi in linea con i requisiti. Si tratta soprattutto di strutture situate nei centri storici. «Così - ha detto Forte - si chiude un contenzioso aperto dal 2003 ed evitiamo l'emergenza sociale». «Si tratta - ha commentato Polverini - di una risposta concreta a tante persone. Questo è un settore da sostenere, rivalutare e sponsorizzare, perché questi operatori svolgono un mestiere che è una missione. Con questa delibera diamo la possibilità a migliaia di anziani di rimanere nelle loro strutture. Questo è l'inizio di un percorso verso la riforma dei servizi socio-assistenziali». Poi la governatrice si è tolta un sassolino dalle scarpe: «Qualcuno dice che privilegio la sanità privata e religiosa. Nel Lazio c'è una buonissima sanità pubblica e un'eccellente sanità privata, in particolar modo religiosa. Il nostro piano di rientro non passa per tagli orizzontali per il pubblico o il privato perché quello è un dibattito ideologico. Verranno premiate le strutture d'eccellenza e penalizzate quelle che non lo sono». Certo il piano di riordino della rete ospedaliera non viene preso ovunque bene. Ieri numerosi cittadini della provincia di Frosinone hanno assediato il Consiglio regionale per protestare contro tagli e riconversioni degli ospedali. Il sit-in era organizzato da Cgil, Cisl e Uil. «È stato già chiesto dalle opposizioni un Consiglio regionale straordinario sulla Sanità. Stiamo aspettando la disponibilità della Polverini. Da questo confronto deve venir fuori una politica responsabile», ha detto il presidente dell'Aula della Pisana Mario Abbruzzese, che ha aggiunto: «Capisco la rabbia dei sindaci di Frosinone. Ma lì la sanità non funziona e i cittadini l'hanno già bocciata. Non è un problema di posti letto ma di qualità. Dobbiamo andare verso la medicina territoriale. È un piano dal quale non si può tornare indietro». Incontrando i manifestanti, il vicepresidente Luciano Ciocchetti ha ribadito: «Il piano non può essere sospeso perché si tratta del frutto di un accordo fatto con il governo. Le macroscelte del piano non sono modificabili, mentre le microscelte sì. Ora bisogna capire quali sono le proposte dei sindaci». La presidente della commissione Sanità Alessandra Mandarelli ha rivendicato «il ruolo svolto dalla commissione, che ha ascoltato e raccolto le istanze dei sindaci confrontandosi con tutti i soggetti destinatari del piano di riordino ospedalieri. Mi associo all'indirizzo espresso da Ciocchetti».