Tor Bella Monaca occupata dalla mala
I camorristi del clan Moccia, le famiglie La Rosa e Nastasi legate alla 'ndrangheta. E i Turone e i Miloni affiliati alla mafia. Ci sono tutti a Tor Bella Monaca, in quella via dell'Archeologia che sembra la Beverly Hills della malavita. I boss hanno comprato bar, locali e case. Gli appartamenti popolari si occupano mettendo in tasca fino a 75 mila euro all'inquilino e così si supera ogni graduatoria. Una storia che va avanti da decenni. Già nel '91 l'allora consigliere comunale del Pri, Oscar Mammì, parlava di «monopolio di gruppi anonimi». Oggi a fare la sintesi è il sindacato degli inquilini: «Non riusciamo a rappresentare chi è in quelle case perché c'è un'alta percentuale di pregiudicati». Chiaramente i criminali abitano ovunque e sembrano chiunque: nelle Torri-alveare alla periferia est come nei quartieri residenziali in centro, scambiati per persone semplici e agiate. Com'è apparso a fine gennaio proprio Luigi Moccia, 55 anni, ritenuto capo dell'omonimo clan, arrestato (e rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame) nel suo lussuoso appartamento ai Parioli per presunta violazione degli obblighi cui era sottoposto come sorvegliato speciale. A Tor Bella Monaca i pregiudicati sono una minoranza non censita che si annida nel 30 per cento dei 5.499 alloggi popolari. Via dell'Archeologia è un covo prescelto. È la strada che più di altre ha dato - e dà ospitalità - a criminali di vario calibro. Nel '91 hanno esordito il camorrista Ciro Mariano e il mafioso di Caltanissetta Carmelo Milone, un anno dopo l'altro camorrista Giuseppe Criscuolo, e poi Maviglia, Vallefuoco, Capocchia. E ancora altri. Di questi tempi, capita il fuggiasco che ha cambiato piazza, come «o' Guaglione», al secolo Antonio Amato, 46 anni, vicino al clan Licciardi di Scampia, arrestato a fine agosto 2010 dai carabinieri della Compagnia Frascati del capitano Giuseppe Iacoviello: l'ufficiale che nell'ottobre 2009 - e poi l'anno dopo - ha smantellato i cancelli antisbirro piazzati dagli spacciatori davanti alle porte di casa, sempre in via dell'Archeologia. Oppure sono le teste di ponte dei clan a stabilirsi nelle Torri. Così è stato per Gaetano Cirillo, nel gennaio 2009 accusato dai carabinieri del Ros di essere un affiliato ai Senese (vicini ai Moccia) per i quali avrebbe gestito lo spaccio in quella zona. E lo stesso è stato per i Centro, coinvolti nel mese successivo nell'operazione della Finanza: il gruppo camorristico Gallo-Vangone-Limelli procurava lo stupefacente smerciato dai Centro a Tor Bella Monaca e dai Gizzi nel sud Pontino. La stazione dei carabinieri del maresciallo Michele Di Stola fa da torre di guardia. Da vent'anni nel quartiere conosce tutti. Soprattutto i pregiudicati. Se lo ricorda bene «er Ceciola». L'ultima volta l'ha visto infilarsi nel garage di via dell'Archeologia quando invece doveva essere ai domiciliari. Prima di essere portato in caserma Ceciola ha chiesto le stampelle: dagli inizi del Duemila ha qualche problema alle gambe perché è precipitato dal quarto piano dove voleva entrare per occupare un appartamento.