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IL CASO

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Parladi politica una volta tanto Pier Paolo Zaccai, consigliere provinciale Pdl, protagonista il 1 luglio 2010, dello scandalo del «festino a base di coca e trans». Un episodio per cui è ancora indagato per cessione di sostanze stupefacenti. «Mi chiedo, – spiega il 42enne - in relazione al trattamento che il partito mi ha riservato, dove sia quel garantismo che il Pdl ha sempre invocato». Il paragone con il suo ex leader Silvio Berlusconi, Zaccai lo accenna, parlando di persecuzioni di cui sarebbe vittima come il premier. «Dopo la drammatica vicenda che mi ha visto coinvolto in un presunto festino, in realtà vittima di una violenta quanto inspiegabile aggressione, ho ritenuto opportuno esprimere il mio profondo dissenso nei confronti del Coordinamento regionale del Pdl che mi ha lasciato solo – aggiunge - Non intendo aderire ad alcun partito: preferisco una posizione neutrale, il Gruppo Misto. In merito alla vicenda giudiziaria, sono sereno: emergerà la verità». Il 17 marzo dovrà comparire davanti al gup, che sceglierà se decidere per il non luogo a procedere o, se gli elementi di prova saranno sufficienti, portare avanti il procedimento. Su quelle lesioni, accertate dalle perizie, riportate quella notte di un anno fa nell'appartamento di via Manlio Torquato, il consigliere sembra non avere dubbi. «Mi hanno pestato i poliziotti», ha affermato durante la conferenza convocata per annunciare il suo cambio di partito, senza però poter confortare il suo sfogo con denunce o riscontri. Sulla vicenda secco no comment dalla Questura.

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