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Riccardo in love

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diDINA D'ISA Un amore circondato dalla violenza in un adattamento pop di Valerio Binasco debutta il giorno di San Valentino all'Eliseo. Protagonista il sex symbol per eccellenza Riccardo Scamarcio con l'attrice turca Deniz Ozdogan nel «Romeo e Giulietta» di Valerio Binasco che vedrà l'attore recitare in jeans e giubbotto fino al 13 marzo e i posti sono già quasi tutti finiti. Lo scenario è quello di una cittadina violenta (quale doveva essere Verona), devastata da sanguinose faide, quasi i Capuleti e i Montecchi fossero dei camorristi in lotta perenne. Atmosfere (con costumi contemporanei di Sandra Cardini) da guerriglia che ricordano quelle dei nostri giorni. Lo spettacolo (con le scene di Carlo De Marino, le luci di Pasquale Mari e le musiche originali di Arturo Annecchino) sarà immortalato da una troupe di Rai Cinema e Magnolia che ha seguito dall'inizio le prove per raccontare, non il solito backstage, ma la nascita di un tentativo che faccia rivivere il teatro attraverso il linguaggio del cinema e della tv. Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Verrebbe da chiedere al divo che (forse) per fare l'innamorato della bella Giulietta è ormai un po' agé, ma pur sempre impetuoso e appassionato. «Il mio è un Romeo doppio, un ragazzo capace di incantarsi come un bambino, però allo stesso tempo con un'anima nera, con una propensione fortissima a distruggere. È un personaggio eccessivo, combattuto, totalmente innamorato di Giulietta ed è pronto a tutto per lei - ha svelato Scamarcio - In questo mese e mezzo di prove ho scoperto quanto sia terapeutico il teatro. Ci sono dei momenti sul palco in cui non sei più tu, attore, che parli e reciti, ma sei quasi agito dal tuo personaggio. Vivi una soppressione momentanea dell'ego per imbarcarti verso qualcosa che ti è ignoto e stenti a conoscere. Così, l'atto creativo diventa energia incontrollabile, una sorta di transfert terapeutico, specialmente per chi, come me, ha un ego strabordante. L'esperienza teatrale la paragono a un'esperienza mistica, esaltante come quella di certe tradizioni peruviane, una sensazione di distacco dal corpo, ma senza alcun uso di droghe». Per Scamarcio, al quale non dispiacerebbe sposarsi, («visto che ormai non fa più nessuno», aveva confessato) «l'amicizia a volte è più grande e importante dell'amore e dei sentimenti umani che non cambiano mai, sono sempre uguali, nonostante il passare del tempo». L'attore pugliese, da anni fidanzato con Valeria Golino, si è preso un anno per rimescolare le carte: ha terminato una serie televisiva nella quale sarà un agente antimafia ne «Il segreto dell'acqua» di Renato De Maria e adesso il teatro. Anche se la sua passione per il cinema è sempre forte e presente, nonostante percepisca la crisi del settore. «Mi sembra che i registi italiani di cinema vivano una condizione terribile in questo periodo, non rischiano perché ogni film può essere l'ultimo, anche a causa della volontà politica di tagliare i fondi per azzerare la sperimentazione e indebolire i produttori indipendenti. Chissà, forse si immagina che tutto quello che è indipendente sia anche pericoloso. Ma è certo che in tempi come questi, è più difficile in Italia riuscire a fare dei film». Riccardo Scamarcio va controcorrente, rispetto al buon momento della commedia italiana, almeno a leggere i risultati sugli incassi. Il divo di «Tre metri sopra il cielo» ha fatto un'analisi un po' pessimistica riguardo al nostro cinema: «È più difficile per gli autori essere liberi, perché il cinema ha bisogno di molti più soldi. L'arte cinematografica soffre un po' di più della crisi culturale, che è anche una crisi di coscienza. Ma sì, perché no? Alla fine, li tagliassero tutti questi quattro spicci che ci danno - ha esordito l'attore - e ci lasciassero in pace. Mi sono scocciato di pensare che questa società faccia qualcosa in aiuto del bene comune. Tutto, qualsiasi cosa è in funzione del profitto. Siamo all'apice del capitalismo globalizzato, che però di fatto ha perso».

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