Per National Geographic il mondo è rosso come la passione
Aspaventare non sono tanto le fotografie - seppur splendide per tonalità e soggetti - quanto i quarantotto fotografi in mostra. Andando a spulciare nelle loro biografie, spunta fuori quanto questi «viaggiatori» per professione abbiano girato in lungo e in largo il Pianeta. Dagli angoli più remoti dell'Oriente agli abissi dell'Oceano Pacifico. Difficile dividere in sezioni una esposizione del genere. È stato così preferito un altro modo di «selezionare gli scatti». Quello di suddividerli in colori. Il rosso: colore della terra ma soprattutto del fuoco, del sangue e della passione; il verde, come la natura, gli alberi; il bianco, come una chiesa greca, tono su tono con il colore del taxi che gli passa accanto. O infine l'azzurro, colore del cielo e del mare. Il buongusto qui è di casa. E ce ne è per tutti i gusti, in una mostra indirizzata soprattutto a chi vuole soddisfare la propria curiosità. Gli animali di certo non mancano anche se, gli obiettivi dei fotografi, sono andati a frugare anche tra gli usi e i costumi dei popoli afgani. Così si viene a conoscenza di particolari tradizioni. E al pubblico vengono spiattellate davanti fotografie che raccontano la flagellazione. Tutti da scoprire gli sguardi di bambini africani, immortalati accanto alle proprie famiglie. O gli occhi delle spose cinesi. E se le orbite degli squali sono entrate ormai nell'immaginario collettivo, chi aveva mai osservato così da vicino quelli di un lutianide, a due bracciate dalla macchina fotografica? E se a Dambai si assiste a una vaccinazione, in Namibia un operaio mostra un braccialetto recuperato da un'antica nave: prima affondata e poi insabbiata. «La mostra - ha spiegato Guglielmo Pepe, curatore dell'esposizione ed editorialista di National Geographic - nasce dal desiderio di illustrare come i fotografi siano riusciti, e riescono, a interpretare la vita sul nostro Pianeta facendone risaltare i colori. Attraverso i colori - ha continuato - capiamo come vivono donne, bambini, uomini in tanti paesi vicini e lontani da noi». E c'è di più. Perché anche National Geographic Channel parteciperà all'esposizione con tre documentari. Proiettati rispettivamente domenica 27 febbraio alle 21: sarà la volta di «Restrepo. Inferno in Afghanistan», con la vita dei soldati Usa nel Paese asiatico. Martedì 29 marzo alle 21 «Gret migrations», la migrazione dalle zebre alle farfalle. E infine il 19 aprile, sempre alle 21, «Plastiki»: l'avventura di De Rothschild e della sua ciurma.