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I genitori indagati partono per la Romania

Quattro bambini rom sono morti nell'incendio della baracca abusiva dove vivevano con la famiglia sull'Appia Nuova

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La prima tendopoli a Roma potrebbe essere allestita già nel week end. Servirà ad accogliere quei nomadi che vivono nelle baracche abusive da abbattere. Lo stato di insicurezza degli insediamenti irregolari sono infatti la fonte di tragedie come quella avvenuta domenica sera, quando quattro bambini hanno perso la vita in un incendio. Le tendopoli vanno allestite subito perché posti liberi in campi attrezzati o tollerati non ce ne sono. La tragedia di Tor Fiscale, infatti, si poteva evitare. Quell'insediamento era stato segnalato più volte ma quando si presentò l'occasione di sgomberare le baracche non c'era altro posto dove mandare i nomadi. Lo sa bene il delegato alla sicurezza del sindaco, Giorgio Ciardi, che nel giugno scorso seguì da vicino le operazioni fermate un attimo prima della bonifica. E intanto ieri Liliana e Mirko Mircea, i genitori delle vittime, sono tornati sul luogo della tragedia sull'Appia Nuova. Alla vista di quel pezzo di terra dove si è distrutta una famiglia sono scoppiati in lacrime, invocando i nomi dei piccoli. Urlando davanti a quel che è rimasto dei peluche e delle carrozzine. I loro figli, Liliana e Mirko, li seppelliranno in Romania, vicino Bucarest. Partiranno dopo l'autopsia di venerdì, poi torneranno in Italia per cercare di vivere un'esistenza normale, lontana dal degrado degli accampamenti abusivi. Ma dovranno fare i conti anche con la giustizia. Da ieri gli è stata sospesa la patria potestà e sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Roma. Sarebbero responsabili dell'abbandono dei loro figli. Liliana e Mirko gridano la loro innocenza. Dicono di non essere responsabili dell'incendio. Raccontano di non aver mai messo il braciere dentro la baracca, il fuoco era spento come le candele che invece erano dentro l'accampamento. La versione che danno ieri è quella di un possibile incendio doloso, qualcuno avrebbe bruciato tutto in loro assenza. Eppure questa versione non è stata raccontata agli uomini della Mobile quando, lunedì, sono stati ascoltati. Saranno le indagini a fare luce su tutto.   «Sono indagata? - si chiede la mamma dei bimbi morti - Se vogliono che vada in galera sono pronta ad andarci. Cosa devo fare? Uccidermi? Mi ero allontanata solo per dieci minuti. I bambini dormivano, non erano soli perché nella baracca di fronte c'erano i miei cognati. Sono sicura che quando sono uscita non ho lasciato nessuna candela accesa». E intanto la Capitale oggi pomeriggio alle 17.30 si riunirà nella basilica di Santa Maria in Trastevere per una veglia di preghiera in ricordo dei piccoli Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul.

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