Solo barocco per palati fini

Èsempre buona musica, talora ingentilita - come stasera alle 21 nel Teatro Olimpico per il concerto della Filarmonica «Ai confini del Barocco» - dalla installazione sul palcoscenico di uno scheletro di barca dello scenografio Denis Krief, in omaggio alla barocca fontana «Barcaccia» (di Pietro Bernini, padre di Gianlorenzo) e al concerto tutto barocco del raffinato Ensemble Odhecaton, diretto dall'organista e cantante Paolo Da Col. Siamo nell'ambito del ciclo «Roma Capitale Barocca» sostenuto dalla Regione Lazio, ed il programma è particolarmente sofisticato. I cantanti del giovane Ensemble, specializzati nella polifonia e nelle armonie cinque-seicentesche rese con la voce, alla quale danno anche ruolo recitante, eseguiranno madrigali e mottetti di Cipriano de Rore, Giaches de Wert, Emilio de' Cavalieri, per poi passare alle elaborazioni armoniche dell'ambito romano e napoletano con Luca Marenzio, Nicola Vicentino, Scipione Stella. Seguirà musica veneziana con Giovanni e Andrea Gabrieli, dell'ultimo dei quali ascolteremo la Battaglia vocale a otto voci, per la vittoria veneziana contro i Turchi a Lepanto, nel 1571. Sandro Cappelletto introdurrà il concerto alle 20.30 nel foyer del Teatro, presenti i musicisti. Alle 21 si accenderanno anche le luci dell'Oratorio barocco del Gonfalone, per un concerto speciale dedicato all'Abruzzo e all'Aquila, che tuttora vive fra le rovine del suo passato travolto dal sisma del 2009. Il concerto si attua infatti in collaborazione col festival abruzzese «Pietre che cantano», diretto dalla pianista Luisa Prayer, che suonerà in duo stasera col violinista Rainer Honeck. Questi è «konzertmeister» dei Wiener Philarmoniker, ha partecipato spesso ai concerti di «Pietre che cantano» ed ha accettato subito di far parte della serata «per non dimenticare», ha detto. Il duo eseguirà la Sonata KV 304 ed una Serenata di Mozart, il duo D 574 di Schubert, un Rondò di Saint-SaÙns e, del violinista e compositore viennese Fritz Kreisler, «Una piccola marcia viennese», la «Fantasia slava» trascritta da Dvorak, ed una «Danza spagnola»: gioiosamente, per il carnevale molto sentito anche a Vienna.